mercoledì 25 marzo 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 82--86

DALLE FONTI FRANCESCANE 82--86

Regola Bollata 

CAPITOLO III
DEL DIVINO UFFICIO E DEL DIGIUNO,
E COME I FRATI DEBBANO ANDARE PER IL MONDO
[82] I chierici recitino il divino ufficio, secondo il rito della santa Chiesa romana, eccetto il salterio, e perciò potranno avere i breviari.
[83] l laici, invece, dicano ventiquattro Pater noster per il mattutino, cinque per le lodi; per prima, terza, sesta, nona, per ciascuna di queste ore, sette; per il Vespro dodici; per compieta sette; e preghino per i defunti.
[84] E digiunino dalla festa di Tutti i Santi fino alla Natività del Signore. La santa Quaresima, invece, che incomincia dall'Epifania e dura ininterrottamente per quaranta giorni, quella che il Signore consacrò con il suo santo digiuno , coloro
che volontariamente la digiunano siano benedetti dal Signore, e coloro che non vogliono non vi siano obbligati. Ma l'altra, fino alla Resurrezione del Signore, la digiunino. Negli altri tempi non siano tenuti a digiunare, se non il venerdì. Ma in caso di manifesta necessità i frati non siano tenuti al digiuno corporale.
[85] Consiglio invece, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo che, quando vanno per il mondo, non litighino ed evitino le dispute di parole, e non giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, così come conviene. E non debbano cavalcare se non siano costretti da evidente necessità o infermità
[86] In qualunque casa entreranno dicano, prima di tutto: Pace a questa casa; e, secondo il santo Vangelo, è loro 

lecito mangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati.

COMMENTO
Desideroso di conformarsi a Cristo e di accogliere docilmente le direttive della Chiesa, san Francesco ha voluto per sè e per i suoi frati una forma di digiuno che, accanto ad una obbligatorietà comunitaria, avesse una nota di spontaneità personale, un digiuno nel quale ""frate corpo"" fosse associato all'anima nell'offrire con l'astinenza, un tributo di amore concreto al Signore. Uomo evangelico, ha maggiormente insistito perchè l'anima digiunasse dalle liti, dalle dispute, dalle impennate dell'orgoglio, dai giudizi temerari.
Delle tre opere quaresimali, sulle quali si deve cimentare la nostra conversione, oggi parliamo del DIGIUNO. Facendo proprie le parole del profeta Isaia, la Chiesa ci ammaestra sul tipo di digiuno che vuole da noi il Signore. Qual'è questo digiuno gradito a Dio? Quello che coinvolge l'uomo tutto intero, corpo ed anima: il digiuno esterno o mortificazione della carne; e il digiuno interno che rinnova e rinvigorisce lo spirito addestrandolo nella lotta contro il male e il peccato. Il carattere interiore e religioso della penitenza non esclude in alcun modo la pratica esterna di tale virtù, anzi, ne richiama con particolare urgenza la necessità.

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