sabato 28 marzo 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 382--83

DALLE FONTI FRANCESCANE 382-83
Vita Prima di Tommaso da Celano
382
36. Il valorosissimo soldato di Cristo passava per città e castelli annunciando il Regno dei cieli, la pace, la via della salvezza, la penitenza in remissione dei peccati; non però con gli artifici della sapienza umana, ma con la virtù dello Spirito (1Cor 2,4). Poiché ne aveva ricevuto l'autorizzazione dalla Sede Apostolica, operava fiducioso e sicuro, rifuggendo da adulazioni e lusinghe. Non era solito blandire i vizi, ma sferzarli con fermezza; non cercava scuse per la vita dei peccatori, ma li percuoteva con aspri rimproveri, dal momento che aveva piegato prima di tutto se stesso a fare ciò che inculcava agli altri. Non temendo quindi d'esser trovato incoerente, predicava la verità con franchezza, tanto che anche uomini dottissimi e celebri accoglievano ammirati le sue ispirate parole, e alla sua presenza erano invasi da un salutare timore.
383
Uomini e donne, chierici e religiosi accorrevano a gara a vedere e a sentire il Santo di Dio, che appariva a tutti come un uomo di un altro mondo. Persone di ogni età e sesso venivano sollecite ad ammirare le meraviglie che il Signore di nuovo compiva nel mondo per mezzo del suo servo. La presenza o anche la sola fama di san Francesco sembrava davvero una nuova luce mandata in quel tempo dal cielo a dissipare le caliginose tenebre che avevano invaso la terra, così che quasi più nessuno sapeva scorgere la via della salvezza. Erano infatti quasi tutti precipitati in una così profonda dimenticanza del Signore e dei suoi comandamenti, che appena sopportavano di smuoversi un poco dai loro vizi incalliti e inveterati.
COMMENTO
Il programma del vero cristiano è vivere coi piedi sulla terra ancorato ad un sano realismo, ma con lo sguardo teso verso il cielo, sostenuto da un tenace ottimismo. Questo programma è realizzabile o è una utopia? In questa pagina della biografia di s.Francesco, troviamo la risposta a questo interrogativo. La vita del Poverello è stata così caratterizzata da una delle frasi più scultoree del Celano: vir alterius saeculi, un uomo dell'altro mondo. Su questa terra, tanto lui che i suoi frati si sentivano "come pellegrini e forestieri". Ma, proprio per questo, quasi temendo che mancasse loro il tempo, si sentivano impegnati a dedicarsi a vantaggio dei loro fratelli alle prese con le difficoltà inevitabili dell'esilio terreno. Predicare la pace, insegnare a fare il bene, annunziare il Regno di Dio: ecco la passione di questi uomini evangelici per i quali il premio eterno è proporzionato alle fatiche e ai sacrifici sopportati nell'attimo fuggevole del tempo

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