venerdì 4 agosto 2017

FRANCESCO E LE FONTI 2187-2188

F.F. 2187 - 2188
Infatti frate Pacifico che, sopraelevato sui sensi vide e udì che all'umile Francesco era riservata la sede di Lucifero; e frate Salvo che lo vide prescelto da Dio, tra tutti i santi, per una singolare battaglia contro Lucifero, e quell'altro frate che vide Lucifero entrato nella Religione dei frati minori e vestito dell'abito per potere più facilmente in questa maniera vincere Francesco: queste visioni, ed altre simili, se hanno qualche verità, questo vogliono principalmente significare, quello che Cristo dice nel Vangelo: che i primi saranno ultimi e gli ultimi i primi; che molti sono i chiamati ma pochi gli eletti, che i nemici dell'uomo, con l'abito ma non con la vita di Cristo, sono i suoi familiari; che i figli di Abramo e della circoncisione negarono Cristo; che i successori di Cristo e di Pietro arrossiranno della povertà e dell'umiltà nel tempo della vicina desolazione; e che i Minori, di abito e di nome, impugneranno e perseguiteranno la minorità con le parole e con le opere, e la odieranno, agendo da uomini fantastici e pazzi e ostinati, fatti seguaci del principe dell'insipienza dell'errore e dell'incredulità, Lucifero, nemico di Francesco umilissimo e poverissimo e imitatore di Cristo, che essi figli della propria carne, da lui sedotti, esasperarono e addolorarono straziandolo finché visse, con la loro irriverenza incredulità e disobbedienza.
~ La prima guerra fu, dunque, quella della incredulità irriverenza e disobbedienza, contro Francesco, il
fondatore per volere di Cristo e contro quelli che aderivano a lui con amore e verità; contro di essa, Cristo uscì vincendo in Francesco e nei suoi compagni, per vincere mediante la vera povertà e umiltà e regnare trionfalmente nella carità.
Così sia. Amen.




giovedì 27 luglio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 638

 Fonti Francescane 638
Gli uomini santi a volte sono portati, per impulso dello Spirito Santo, a manifestare alcune cose che li riguardano, o perché la gloria di Dio esige che si riveli un colloquio o lo richiede il dovere della carità, a edificazione del prossimo.
Per questo, un giorno il beato padre riferì ad un frate, che amava moltissimo, queste parole, che proprio allora aveva riportate dal suo incontro personale intimo con la Maestà Divina:
«Ora (disse) vive sulla terra un servo di Dio, in vista del quale il Signore non permetterà che la fame infierisca sugli uomini, sino a quando vivrà».
Non vi è nulla di vanità in questo, ma è il racconto santo che la carità ha suggerito a nostro bene con parole sante, modeste: quella carità, che non cerca il suo interesse.
E non poteva essere taciuto con un silenzio inutile la prerogativa di un così grande amore di Cristo per il suo servo.
Abbiamo infatti visto tutti coi nostri occhi come siano trascorsi nella pace e nella quiete i tempi, sino a quando è stato in vita il servo di Cristo e quale abbondanza vi sia stata di ogni bene.
Non si pativa fame della parola di Dio, perché i predicatori erano allora soprattutto pieni di fervore ed i cuori di quanti ascoltavano erano graditi a Dio.
Chi portava l'abito religioso rifulgeva per esempi di santità.
L'ipocrisia dei sepolcri imbiancati non aveva ancora intaccato anime così sante, né quanti sanno mascherarsi avevano sparso col loro insegnamento tante novità e tante favole.
Giustamente quindi abbondavano i beni materiali, poiché tutti amavano così sinceramente quelli eterni.

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martedì 11 luglio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 816


San Francesco e il Vangelo
9 marzo 2015
DALLE FONTI FRANCESCANE 816
Vita Seconda di Tommaso da Celano
816
220a. Nel nome del Signore Gesù. Amen. Nell'anno della sua Incarnazione 1226, il 3 ottobre, nel giorno che aveva predetto, compiuti vent'anni da quando aveva aderito in modo perfettissimo a Cristo seguendo la vita e le orme degli Apostoli, l'uomo apostolico Francesco, sciolto dai ceppi di questa vita mortale, passò felicemente a Cristo. E sepolto presso la città di Assisi, cominciò a risplendere ovunque per tanti e così vari miracoli, che indusse in breve tempo gran parte del mondo ad ammirare il secolo rinnovato.
Poiché già in diverse parti, si era reso famoso per lo splendore di nuovi miracoli, affluivano da ogni luogo persone gioiose di essere state liberate col suo aiuto dai loro affanni, il signor papa Gregorio, trovandosi a Perugia con tutti i cardinali ed altri prelati, cominciò a trattare la sua canonizzazione. Tutti furono concordi e si dissero favorevoli. Lessero e approvarono i miracoli, che il Signore aveva operato per mezzo del suo servo, ed esaltarono con le più alte lodi la santità della sua vita.
Anzitutto vennero convocati a tanta solennità i principi della terra. Poi, nel giorno fissato, tutto lo stuolo dei prelati e una infinita moltitudine di popolo accompagnarono il Papa in Assisi, per celebrarvi, a maggiore onore del Santo, la sua canonizzazione. Quando tutti si trovarono nel luogo preparato per una circostanza così solenne, da principio papa Gregorio parlò al popolo ed annunziò con affetto dolcissimo le meraviglie del Signore. Poi, con un nobilissimo discorso, tessé le lodi del padre san Francesco, versando lacrime di commozione mentre esponeva la purezza della sua vita.
Finito il discorso, papa Gregorio alzò le mani al cielo e con voce sonora proclamò,...
COMMENTO
Quando il giovanotto di Assisi abbandonò le vanità del mondo e abbracciò la stoltezza della croce di Cristo, gli amici lo considerarono un pazzo e reputarono se stessi savi. Dopo venti anni, il Santo che aveva riposto la speranza in Dio, moriva ammirato e venerato dal mondo intero; i suoi dileggiatori che avevano riposto la speranza nelle vanità, si ritrovarono delusi e a mani vuote. Beati coloro che, convinti dalla canonizzazione del loro glorioso compagno di giovinezza, si saranno convertiti alla speranza vera che non delude.

lunedì 19 giugno 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2144

Fonti Francescane 2144
In breve tempo cresce il numero dei frati e vengono distribuiti nelle varie province della cristianità sotto ministri e custodi.
Ma poiché non è una impresa da poco farsi discepoli della vita di Cristo e attuare tutto quello che esige una professione tanto alta, molti sono quelli che cominciano a fare il bene, ma pochi e i soli perfetti perseverano fino alla fine. 
Infatti mortificare i sensi, far tacere la lingua e il cuore secondo il consiglio evangelico e offrire continuamente il corpo e l'anima a Dio a somiglianza di Cristo e dirigere e compiere tutte le azioni interiori ed esteriori secondo la volontà del beneplacito di Dio ed avere in essi la pazienza fino alla fine, tutto questo viene da un dono di Dio, ma non senza grande impegno, e si dirige e si conserva, per dir così, con sudore di sangue e comunicando ai dolori della croce.
Grande è infatti la nostra fragilità e facilmente ci voltiamo tutti alla sensualità, e la prudenza della carne, nascosta sotto il mantello della discrezione, come impeto di spirito veemente ci sospinge validamente ad esse, che sono come catene di ferro e un carcere di bronzo, strappandoci il consenso alla fragilità e la sequela della sensualità. 
Chi le segue non ha parte della sorte dei santi.
E per questo che il primo uomo pensò all'inizio alla sua rovina e si ravvolse nei pessimi mali dell'amore e compiacenza di se stesso.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 1051b-1052

F.F. 1051b - 1052
.... (San Francesco) si toglie i calzari dai piedi; lascia il bastone; maledice bisaccia e denaro e, contento di una sola tonachetta, butta via la cintura e la sostituisce con una corda e mette ogni sua preoccupazione nello scoprire come realizzare a pieno le parole sentite e adattarsi in tutto alla regola della santità, dettata agli apostoli. Da quel momento l'uomo di Dio, per divino incitamento, si dedicò ad emulare la perfezione evangelica e ad invitare tutti gli altri alla penitenza.I suoi discorsi non erano vani o degni di riso, ma ripieni della potenza dello Spirito Santo: penetravano nell'intimo del cuore e suscitavano forte stupore negli ascoltatori. In ogni sua predica, all'esordio del discorso, salutava il popolo con I'augurio di pace, dicendo:  "Il Signore vi dia la pace!"

Aveva imparato questa forma di saluto per rivelazione del Signore, come egli stesso più tardi affermò. 
Fu così che, mosso anch'egli dallo spirito dei profeti, come i profeti annunciava la pace, predicava la salvezza e, con le sue ammonizioni salutari, riconciliava in un saldo patto di vera amicizia moltissimi, che prima, in discordia con Cristo, si trovavano lontani dalla salvezza.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 207 / 209

Fonti Francescane 207-209
Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all'ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte, che santificano il corpo.
Sappiamo che non ci può essere il corpo se prima non è santificato dalla parola.
Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti "da morte a vita".
Tutti coloro, poi, che amministrano così santi ministeri, considerino tra sé, soprattutto quelli che li amministrano senza discrezione, quanto siano miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro.
E da molti viene lasciato in luoghi indecorosi, viene trasportato senza nessun onore e ricevuto senza le dovute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione.
Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta vengono calpestate,perché "l'uomo carnale non comprende le cose di Dio".
Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si consegna nelle nostre mani e noi l'abbiamo a nostra disposizione e ce ne comunichiamo ogni giorno?
Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani ?
Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci;e ovunque troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collocato e lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo prezioso.
Ugualmente, ovunque siano trovati i nomi e le parole scritte del Signore in luoghi sconvenienti, siano raccolte e debbano essere collocate in luogo decoroso.
E sappiamo che è nostro dovere osservare tutte queste norme, sopra ogni altra cosa, in forza dei precetti del Signore e delle costituzioni della Santa Madre Chiesa.
E colui che non si diporterà in questo modo, sappia che dovrà rendere "ragione" al Signore nostro Gesù Cristo "nel giorno del giudizio".
E coloro che faranno ricopiare questo scritto perché esso sia meglio osservato, sappiano che saranno
benedetti dal Signore Iddio.



giovedì 15 giugno 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 166

MEDITAZIONI FRANCESCANE

Servire i poveri, pregare Dio, compiere gesti di libera rinuncia, aiutare gli ammalati, sono tutti mezzi per diventare veri figli del Padre che conosce i cuori. Questo significa vivere sotto lo sguardo di Dio......, ma bisogna guardarsi bene dall'usare questi mezzi per apparire perfetto ai propri occhi o agli occhi degli uomini. L'orgoglio di un tale atteggiamento distruggerebbe il loro valore agli occhi di Dio. Infatti i gesti più alti: la generosità, lo spogliamento, la ricerca di Dio, assumono tutto il loro valore soltanto se noi rinunciamo a misurarli per offrirli solo allo sguardo di Dio. Francesco ammoniva così i suoi frati (FF166): “ Beato quel servo (Mt 24,46) il quale non si inorgoglisce per il bene che il Signore dice e opera per mezzo di lui, più che per il bene che dice e opera per mezzo di un altro. Pecca l'uomo che vuol ricevere dal suo prossimo più di quanto non vuole dare di sé al Signore Dio”.



giovedì 1 giugno 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1611

L'uomo è fatto per la morte? No, risponde Gesù: il  Dio  vivente  vuole  dare  all'uomo  la vita che
scaturisce dalla risurrezione, non la morte! Gesù spiega che la condizione delle persone dopo la morte sarà totalmente diversa dalla condizione attuale. Dopo la morte tutti saranno come angeli in cielo. Non si tratta di un prolungamento della vita terrena, ma dell'inizio di una nuova vita, la vita eterna del cielo. Interroghiamo il nostro cuore sulla verità di Dio che lo abita: pensiamo, seguiamo, cerchiamo, proclamiamo e annunciamo il Dio dei viventi ? Ricordiamoci che il dono più grande che abbiamo ricevuto è la vita e Dio ci chiederà, un giorno, come l'abbiamo vissuta. San Francesco era molto attento all'istruzione dei suoi frati: ”E mio dovere istruire con il comportamento i frati che sono e saranno nell'Ordine, affinché siano senza scusa davanti a Dio, sia in questo che nell'altro mondo”. FF1611.



domenica 28 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1826

 Fonti Francescane 1826
In prima è da considerare che 'l glorioso messere santo Francesco in tutti gli atti della vita sua fu conforme a Cristo benedetto: chè come Cristo nel principio della sua predicazione elesse dodici Apostoli a dispregiare ogni cosa mondana, a seguitare lui in povertà e nell'altre virtù; così santo Francesco elesse dal principio del fondamento dell'Ordine dodici compagni possessori dell'altissima povertà. 
E come un de' dodici Apostoli, il quale si chiamò Iuda Scariotto, apostatò dello apostolato, tradendo Cristo, e impiccossi se medesimo per la gola; così uno de' dodici compagni di santo Francesco, ch'ebbe nome frate Giovanni dalla Cappella, apostatò e finalmente s'impiccò se medesimo per la gola. E questo agli eletti è grande esempio e materia di umiltà e di timore, considerando che nessuno è certo perseverare infino alla fine nella grazia di Dio. 
E come que' santi Apostoli furono a tutto il mondo maravigliosi di santità e d'umiltà, e pieni dello Spirito Santo; così que' santi compagni di santo Francesco furono uomini di tanta santità, che dal tempo degli
Apostoli in qua il mondo non ebbe cosi maravigliosi e santi uomini: imperò ch' alcuno di loro fu ratto infino al terzo Cielo come santo Paulo, e questo fu frate Egidio; alcuno di loro, cioè fra Filippo Lungo, fu toccato le labbra dall'Agnolo col carbone del fuoco come Isaia profeta; alcuno di loro, ciò fu frate Silvestro, che parlava con Dio come l'uno amico coll'altro, a modo che fece Moisè; alcuno volava per sottilità d'intelletto infino alla luce della divina sapienza come l'aquila, cioè Giovanni evangelista, e questo fu frate Bernardo umilissimo, il quale profondissimamente esponea la Scrittura santa; alcuno di loro fu santificato da Dio e canonizzato in Cielo vivendo egli ancora nel mondo, e questo fu frate Ruffino gentile uomo d'Ascesi; e cosl furono tutti privilegiati di singolare segno di santità, siccome nel processo si dichiara.




sabato 27 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 478

Fonti Francescane 478
Proprio la sua vita gloriosa illumina la perfezione dei primi santi di luce più fulgida:
lo provano e lo manifestano in modo evidentissimo la Passione di Gesù Cristo e la croce di lui.
E veramente il venerabile padre portava impressi nella carne i cinque segni della passione e della croce, come se fosse stato appeso alla croce con lo stesso Figlio di Dio. 
Questo sacramento è grande e manifesta la sublimità della prerogativa dell'amore; ma esso cela un arcano disegno e un sublime mistero, noto solo a Dio, crediamo, e rivelato in parte dallo stesso Santo ad una sola persona.
E perciò non conviene fermarsi più a lungo a lodare il Santo, dal momento che è stato esaltato da Colui che è di tutti lode, il Signore, sorgente e splendore inesauribile e che dà in premio l'eterna luce.
Benedicendo, dunque, Iddio, santo, vero e glorioso...




venerdì 26 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1653

DALLE FONTI FRANCESCANE 1653
. *LA GIOIA SPIRITUALE* .
Dal momento della conversione al giorno della morte, Francesco fu molto duro, sempre, con il suo corpo. 
Ma il suo più alto e appassionato impegno fu quello di possedere e conservare in se stesso la gioia spirituale.
Affermava:
"Se il servo di Dio si preoccuperà di avere e conservare abitualmente la gioia interiore ed esteriore, gioia che sgorga da un cuore puro, in nulla gli possono nuocere i demoni, che diranno: 
"Dato che questo servo di Dio si mantiene lieto nella tribolazione come nella prosperità, non troviamo una breccia per entrare in lui e fargli danno".
Una volta il Santo rimproverò uno dei compagni che aveva un'aria triste e una faccia mesta: 
Perché mostri così la tristezza e I 'angoscia dei tuoi peccati ?
E una  questione  privata  tra te e Dio.Pregalo che nella sua misericordia ti doni la gioia della salvezza. 
Ma alla presenza mia e degli altri procura di mantenerti lieto.
Non conviene che il servo di Dio si mostri depresso e con la faccia dolente al suo fratello o ad altra persona".
Diceva altresì:
"So che i demoni mi sono invidiosi per i benefici concessimi dal Signore per sua bontà.
E siccome non possono danneggiare me, si sforzano di insidiarmi e nuocermi attraverso i miei compagni.
Se poi non riescono a colpire né me né i compagni, allora si ritirano scornati.
Quando mi trovo in un momento di tentazione e di avvilimento, mi basta guardare la gioia del mio compagno per riavermi dalla crisi di abbattimento e riconquistare la gioia interiore".
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sabato 20 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1043c-1044

 Fonti Francescane 1043c-1044
"... il servitore del Re altissimo (San Francesco) , fu lasciato nudo, perché seguisse il nudo Signore crocifisso, oggetto del suo amore; così fu munito di una croce, perché affidasse la sua anima al legno della salvezza, salvandosi con la croce dal naufragio del mondo.
.D'allora in poi, affrancato dalle catene dei desideri mondani, quello spregiatore del mondo abbandonò la città, e, libero e sicuro, si rifugiò nel segreto della solitudine, per ascoltare, solo e nel silenzio, gli arcani colloqui del cielo.
E, mentre se ne andava per una selva, I'uomo di Dio Francesco, e cantava giubilante le lodi di Dio nella lingua di Francia, fu assalito dai briganti, sbucati all'improvviso.
Costoro, con intenzioni omicide, gli domandarono chi era.
Ma l'uomo di Dio, pieno di fiducia, rispose con espressione profetica:
«Io sono l'araldo del gran Re».
Quelli, allora, lo percossero e lo gettarono in un fosso pieno di neve, dicendo:
Sta lì, rozzo araldo di Dio».
Mentre se ne andavano, Francesco saltò fuori dal fosso e invaso dalla gioia, continuò a cantare con
voce più alta le lodi in onore del Creatore di tutte le cose, facendone riecheggiare le selve.




giovedì 18 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1072

Fonti Francescane 1072
Francesco, pastore del piccolo gregge, ispirato dalla grazia divina, condusse i suoi dodici frati a Santa Maria della Porziuncola, perché voleva che l'Ordine dei minori crescesse e si sviluppasse, sotto la protezione della Madre di Dio, là dove, per i meriti di lei, aveva avuto inizio.
Là, inoltre, divenne araldo del Vangelo. Incominciò, infatti, a percorrere città e villaggi e ad annunziarvi il regno di Dio, non basandosi sui discorsi persuasivi della sapienza umana, ma sulla dimostrazione di spirito e di potenza.
A chi lo vedeva, sembrava un uomo dell'altro mondo: uno che, la mente e il volto sempre rivolti al cielo, si sforzava di attirare tutti verso l'alto.
Da allora la vigna di Cristo incominciò a produrre germogli profumati del buon odore del Signore, e frutti abbondanti con fiori soavi di grazia e di santità.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 174-175

Fonti Francescane 174 - 175
- Beato il servo che tanto è disposto ad amare il suo fratello quando è infermo, e perciò non può ricambiargli il servizio, quanto l'ama quando è sano, e può ricambiarglielo.
- Beato il servo che tanto amerebbe e temerebbe un suo fratello quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui, e non direbbe dietro le sue spalle niente che con carità non possa dire in sua presenza.
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SAN FRANCESCO E LE FONTI 1161

 Fonti Francescane 1161
Chi potrebbe descrivere degnamente il fervore di carità, che infiammava Francesco, amico dello sposo?
Poiché egli, come un carbone ardente, pareva tutto divorato dalla fiamma dell'amor divino.
Al sentir nominare l'amor del Signore, subito si sentiva stimolato, colpito, infiammato: quel nome era per lui come un plettro, che gli faceva vibrare l'intimo del cuore.
«Offrire, in compenso dell'elemosina, il prezioso patrimonio dell'amor di Dio (così egli affermava) è nobile prodigalità; e stoltissimi sono coloro che lo stimano meno del denaro, poiché soltanto il prezzo inapprezzabile dell'amor divino è capace di comprare il regno dei cieli. 
E molto si deve amare l'amore di Colui che molto ci ha amato».
Per trarre da ogni cosa incitamento ad amare Dio, esultava per tutte quante le opere delle mani del Signore e, da quello spettacolo di gioia, risaliva alla Causa e Ragione che tutto fa vivere.
Contemplava, nelle cose belle, il Bellissimo e, seguendo le orme impresse nelle creature, inseguiva dovunque il Diletto. 
Di tutte le cose si faceva una scala per salire ad afferrare Colui che è tutto desiderabile.
Con il fervore di una devozione inaudita, in ciascuna delle creature, come in un ruscello, delibava
quella Bontà fontale, e le esortava dolcemente, al modo di Davide profeta, alla lode di Dio, perché avvertiva come un.concento celeste nella consonanza delle varie doti e attitudini che Dio ha loro conferito.
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martedì 9 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 71

 
 · 
DALLE FONTI FRANCESCANE 71
Gesù desidera ardentemente la gloria del Padre e la nostra unità nel suo amore....e prega! Gesù prega! Gesù precisa che la sua preghiera è per i credenti e non per il mondo tenebroso, perché esso si esclude da solo dalla vita e dalla salvezza rifiutando volontariamente la rivelazione del Figlio di Dio: Gesù non prega per quelli che lottano contro il Padre e contro il suo Inviato. Egli prega invece per i suoi, perché li ama di un amore fortissimo e concreto e li affida al Padre affinché li custodisca nel suo nome, perché sono sua proprietà: il Padre e il Figlio hanno tutto in comune. Come il Padre è glorificato nel Figlio , così il Figlio è glorificato nei discepoli attraverso la loro testimonianza, resa possibile dall'azione dello Spirito Santo nel loro cuore . In questo modo Gesù sarà glorificato dallo Spirito della verità. Anche noi siamo discepoli di Gesù. “ Niente dunque ci ostacoli, niente ci separi, niente si frapponga.
E ovunque, noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora e in ogni tempo, ogni giorno e ininterrottamente crediamo veramente e
umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo, adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed
esaltiamo, magnifichiamo e rendiamo grazie all'altissimo e sommo eterno Dio, Trinità e Unità, Padre e Figlio e Spirito
Santo, Creatore di tutte le cose e Salvatore di tutti coloro che credono e sperano in lui, e amano lui che è senza inizio e
senza fine, immutabile, invisibile, inenarrabile, ineffabile incomprensibile. ininvestigabile, benedetto, degno di lode,
glorioso, sopraesaltato, sublime, eccelso, soave, amabile, dilettevole e tutto sopra tutte le cose desiderabile nei secoli dei
secoli. Amen”. 

sabato 6 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2723

Fonti Francescane 2723
Questi (san Francesco), finalmente, imitò gli esempi del nostro padre Abramo, uscendo spiritualmente dalla sua terra e dalla sua parentela e dalla casa di suo padre, per recarsi nella terra che il Signore gli aveva mostrato con la sua divina ispirazione. 
Per correre più speditamente verso il premio della vocazione celeste, e poter più facilmente entrare per la porta stretta, depose il bagaglio delle ricchezze terrene, conformandosi a Colui che, da ricco che era si fece povero per noi, le disperse, le diede ai poveri, perché così la sua giustizia rimanesse in eterno. 
E accostandosi alla terra della visione, sul monte che gli era stato mostrato, cioè sulla eccellenza della fede, offrì in olocausto al Signore la sua carne, che un tempo l'aveva. 
Il ingannato, come figlia unigenita, a somiglianza di Iefte, mettendovi sotto il fuoco della carità, macerando la sua carne con la fame, la sete, il freddo, la nudità, le molte veglie e i digiuni. 
E avendola così crocifissa con i vizi e le concupiscenze, poteva dire con l'Apostolo:
Io vivo ma non io, è invece Cristo che vive in me.
E veramente non viveva più ormai per se stesso, ma piuttosto per Cristo, che è morto per i nostri peccati ed è risuscitato per la nostra giustificazione, affinché non serviamo più al peccato in nessun modo.
Abbattendo anche i vizi, ingaggio virilmente battaglia contro il mondo, la carne e le potestà celesti, e rinunciando alla moglie, alla casa di campagna ed ai buoi, che tennero lontani gli invitati dalla grande cena, con Giacobbe sorse al comando del Signore e, ricevuta la grazia dello Spirito settiforme, assistito dalle otto beatitudini evangeliche, ascese attraverso i quindici gradini delle virtù, indicate misticamente nei Salmi, verso Bethel, la casa del Signore, che egli stesso aveva preparato per lui.
E là, costruito l'altare del suo cuore per il Signore, offrì su di esso gli aromi delle sue devote orazioni,
che gli angeli avrebbero portato al cospetto del Signore con le loro mani, ormai prossimo ad essere concittadino degli angeli.



venerdì 5 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 155

Fonti Francescane 155
. . . "L'imitazione del Signore" . . .


Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. 
Le pecore del Signore l'hanno seguito nella tribolazione e persecuzione nell'ignominia e nella fame, nella infermità e nella tentazione e in altre simili cose; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna. 
Perciò è grande vergogna per noi servi di Dio, che i santi abbiano compiuto queste opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il semplice raccontarle. 



SAN FRANCESCO E LE FONTI 2129



Dalle Fonti Francescane 2129

Il ricorrere alla mensa del Signore e il chiedere l'elemosina di porta in porta è segno di grande umiltà e di ineffabile dignità e partecipazione alla stessa mensa del re della gloria.
Infatti il beato Francesco aveva appreso da Cristo che per i poveri evangelici il domandare l'elemosina per amore del Signore Iddio è grande dignità e onore incomparabile davanti a Dio e davanti agli uomini, perché nulla possiamo paragonare all'amore di Dio, di tutte le cose che sono state create nel cielo e sulla terra. 
Il Padre celeste ha creato per l'utilità degli uomini tutte le cose e per amore del suo Figlio diletto, dopo il peccato tutte sono concesse in elemosina sia per coloro che ne sono degni sia per gli indegni.
Perciò quando si domanda per amore del Signore Iddio e viene dato per amore di Cristo Gesù, suo Figlio, che per noi si è fatto povero per renderci ora ricchi con la sua povertà nella grazia e santificarci nella gloria dei beati in futuro, si può chiamarlo pane degli angeli piuttosto che cibo del corpo.
Questo dice nella sua Regola, secondo che aveva ricevuto da Cristo: « I frati non abbiano come proprio nulla, né casa, né luogo, né alcun'altra cosa. 
E come pellegrini e forestieri in questo mondo, servendo al Signore in povertà ed umiltà, vadano a chiedere l'elemosina con fiducia. 
Né c'è bisogno che si vergognino, perché il Signore si è fatto povero per noi in questo mondo.
E questo, fratelli miei carissimi, il vertice di quella altissima povertà, che vi costituisce eredi e re del regno dei cieli, facendovi poveri di cose e ricchi di virtù. 
Questa sia la vostra porzione che vi conduce alla terra dei viventi.
A questa totalmente uniti, fratelli carissimi, non vogliate aver altro mai in questa vita, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo » .









lunedì 1 maggio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2901-2903

F.F. 2901-2903
Te veramente felice! 
Ti è concesso di godere di questo sacro convito, per poter aderire con tutte le fibre del tuo cuore a Colui, la cui bellezza è l'ammirazione instancabile delle beate schiere del cielo.
L'amore di lui rende felici, la contemplazione ristora, la benignità ricolma.
La soavità di lui pervade tutta l'anima, il ricordo brilla dolce nella memoria.
Al suo profumo i morti risorgono e la gloriosa visione di lui formerà la felicità dei cittadini della Gerusalemme celeste 
- E poiché questa visione di lui è splendore dell'eterna gloria, chiarore della luce perenne e specchio senza macchia, ogni giorno porta l'anima tua, o regina, sposa di Gesù Cristo, in questo specchio e scruta in esso continuamente il tuo volto, perché tu possa così adornarti tutta all'interno e all'esterno, vestita e circondata di varietà, e sii parimenti adorna con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene a te, figlia e sposa carissima del sommo Re.
- In questo specchio poi rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità; e questo tu potrai contemplare, con la grazia di Dio, diffuso su tutta la superficie dello specchio.




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SAN FRANCESCO E LE FONTI 2892

 F.F. 2892
Perché è ormai chiaro che l'anima dell'uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo.
Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore, l'anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi.   È la stessa Verità che lo afferma:
«Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io pure lo amerò; e noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora».




SAN FRANCESCO E LE FONTI 2845 - 2847

. Testamento di Santa Chiara
. F.F. 2845 - 2847
Ammonisco ed esorto nel Signore Gesù Cristo tutte le sorelle, presenti e future, che si studino sempre di imitare la via della santa semplicità, dell'umiltà e della povertà, ed anche l'onestà di quella santa vita, che ci fu insegnata dal beato padre nostro Francesco fin dal principio della nostra conversione a Cristo.
Per mezzo di queste virtù, e non per i nostri meriti, ma per la sola misericordia e grazia del Donatore lo stesso Padre delle misericordie, effondano sempre il profumo della loro buona fama su quelle che sono lontane, come su quelle che sono vicine.
E amandovi a vicenda nell'amore di Cristo, quell'amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere, affinché le sorelle, provocate da questo esempio, crescano sempre nell'amore di Dio e nella mutua carità.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 3209-3210

F.F. 3209 - 3210
Quanto intenso fu l'amore devoto di santa Chiara verso il Sacramento dell'altare, lo dimostrano i fatti. Poiché, in quella grave malattia che la confinò al giaciglio, si faceva sollevare e sorreggere dietro con sostegni: e, stando seduta, filava tessuti delicatissimi.
Da questi tessuti ricavò più di cinquanta paia di corporali e, racchiusili in buste di seta o di porpora li destinava a varie chiese per la piana e per i monti d'Assisi.
Quando poi stava per ricevere il Corpo del Signore, versava prima calde lacrime e, accostandosi quindi
con tremore, temeva Colui che si nasconde nel Sacramento non meno che il Sovrano del cielo e della terra.



martedì 25 aprile 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2689

 F.F. 2689
- Frate Giovanni -
Frate Giovanni, uomo di grande santità, che era stato compagno speciale e confessore di frate Egidio fino alla morte di lui, raccontava questo episodio che gli aveva narrato lo stesso frate Egidio, quarto frate dell'Ordine. 
Diceva dunque Egidio:
Quando eravamo appena sette frati e non di più, un giorno il beato padre Francesco ci raccolse attorno a sé presso Santa Maria della Porziuncola, nel bosco che allora si estendeva attorno al convento, quasi a celebrare il primo sinodo o capitolo dell'Ordine, e così ci parlò: «So fratelli carissimi, che il Signore ci ha chiamati non soltanto per la salvezza nostra. Voglio perciò che ci disperdiamo tra la gente e portiamo soccorso al mondo in pericolo mediante la parola di Dio e esempi di virtù ».
Noi rispondemmo umilmente:
«Noi siamo illetterati frati laici; che cosa possiamo fare per la salvezza del mondo?»
Rispose:
«Andate sicuri dell'aiuto di Dio», e si sforzò di spiegarci, come sapeva, e di imprimere nei nostri cuori queste due esortazioni del Signore: «Getta nel Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno», questo diceva per rimuovere da noi ogni diffidenza, poiché ci mandava in regioni sconosciute e privi di tutto, e quell'altra del Vangelo: 
« Non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, ecc. Non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi »; e questo diceva rispondendo a quello che noi avevamo detto: «Siamo illetterati», volendo così confortarci e irrobustire i nostri cuori perché fossimo sicuri che il Signore è l'Onnipotente e suole supplire ai nostri difetti, quando agiamo con spirito di pietà e speriamo in lui.




giovedì 20 aprile 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 629



 DALLE FONTI FRANCESCANE 629
Trovandosi Francesco in un eremo presso Rieti , era visitato ogni giorno dal medico per la cura degli occhi.
Una volta il Santo disse ai compagni:
«Invitate il medico e preparategli un buon pranzo».
«Padre, (rispose il guardiano) te lo diciamo con rossore, ci vergogniamo ad invitarlo, tanto siamo poveri in questo momento».
«Volete forse che ve lo ripeta?»
insistette il Santo.
Il medico era presente e intervenne:
«Io, fratelli carissimi, stimerò delizia la vostra penuria».
I frati in tutta fretta dispongono sulla tavola quanto c'è in dispensa: un po' di pane, non molto vino e per rendere più sontuoso il pranzo, la cucina manda un po' di legumi. 
Ma la mensa del Signore nel frattempo si muove a compassione della mensa dei servi.
Bussano alla porta e corrono ad aprire:
C'e una donna che porge un canestro pieno zeppo di bel pane, di pesci e di pasticci di gamberi, e sopra abbondanza di miele ed uva.
A tale vista i poveri commensali sfavillarono di gioia, e messa da parte per il giorno dopo quella miseria, mangiarono di quei cibi prelibati. 
Il medico commosso esclamò:
«Né noi secolari e neppure voi frati conoscete veramente la santità di questo uomo».
E si sarebbero di certo pienamente sfamati, ma più che il cibo li aveva saziati il miracolo.
Così l'occhio amoroso del Padre non disprezza mai i suoi, anzi assiste con più generosa provvidenza chi è più bisognoso. Il povero si pasce ad una mensa più ricca di quella del re, quanto Dio supera in generosità l'uomo.



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mercoledì 19 aprile 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 808

 DALLE FONTI FRANCESCANE 808
Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da mangiare un pezzetto a ciascuno. 
Volle anche il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il Vangelo secondo Giovanni, dal brano che inizia: 
Prima della festa di Pasqua ecc.
Si ricordava in quel momento della santissima cena, che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli per l'ultima volta, e fece tutto questo appunto a veneranda memoria di quella cena e per mostrare quanta tenerezza di amore portasse ai frati.



giovedì 13 aprile 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 56

 Fonti Francescane 56
(San Francesco disse:)
" O frati tutti, riflettiamo attentamente che il Signore dice:
"Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano",
poiché il Signore nostro Gesù Cristo, di cui dobbiamo seguire le orme, chiamò amico il suo traditore (Giuda) e si offrì spontaneamente ai suoi crocifissori.
Sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori e sofferenze, martirio e morte, e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna.

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