mercoledì 25 gennaio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2663

Fonti Francescane 2663
Nell'anno del Signore 1201, il beato Francesco, deposto l'abito secolare, incominciò a camminare a piedi calzati una cinghia ai fianchi, un bastone tra le mani e a ricercare di qua e di là qual fosse la via che doveva seguire. 
Nell'anno 1206, un giorno, ascoltando ciò che il Signore disse ai suoi discepoli: che andassero senza bastone, senza bisaccia e senza calzari, subito, gettati via bastone, calzari e cinghia, incominciò ad andare per il mondo cinto unicamente d'una corda, imitando la regola evangelica e la vita degli apostoli, e così, 6 anni dopo la sua conversione, incominciò la regola e vita dei frati minori e ad essi fu guida e capo per 20 anni.
Nell'anno 1226, giunto al termine del suo cammino, ricco di frutti abbondanti, volò al cielo.




martedì 24 gennaio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 610-611a

. Fonti Francescane 610 - 611a
...Una notte, nel sonno, (san Francesco) ebbe questa visione. 
Vide una gallina piccola e nera, simile ad una colomba domestica, con zampe e piedi rivestiti di piume.
Aveva moltissimi pulcini, che per quanto si aggirassero attorno a lei, non riuscivano a raccogliersi tutti sotto le sue ali. 
Quando si svegliò, l'uomo di Dio, e riprese i suoi pensieri, spiegò personalmente la visione.
« La gallina, commentò, sono io, piccolo di statura e di carnagione scura, e debbo unire alla innocenza della vita una semplicità di colomba: virtù, che quanto è più rara nel mondo, tanto più speditamente si alza al cielo.
I pulcini sono i frati, cresciuti in numero e grazia, che la forza di Francesco non riesce a proteggere dal turbamento degli uomini e dagli attacchi delle lingue maligne ».
«Andrò dunque, e li raccomanderò alla santa Chiesa Romana: in tale modo i malevoli saranno colpiti dalla verga della sua potenza e i figli di Dio, ovunque, godranno di piena libertà, a maggior beneficio della salvezza eterna. 
Da questo i figli riconosceranno le tenere premure della madre e ne seguiranno, con particolare devozione, le orme venerande.. 
La sua protezione difenderà l'Ordine dagli attacchi dei maligni, e il figlio di Belial non passerà
impunemente per la vigna del Signore.



domenica 22 gennaio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 764

F.F.764 
Questo uomo santissimo (san Francesco) era meravigliosamente rapito in Dio e traboccava di gioia, quando giungeva sino a lui il buon odore dei suoi figli.
Avvenne che un ecclesiastico spagnuolo, persona pia, ebbe la fortuna di incontrarsi e di parlare con san Francesco. 
Tra le altre cose che riferì riguardo ai frati che si trovavano in Spagna, rese felice il Santo con questa notizia:
«I tuoi frati nel nostro paese vivono in un povero eremo, e si sono dati questo regime di vita:
*metà attendono ai lavori domestici e metà alla contemplazione.
Ogni settimana, il gruppo degli attivi passa alla contemplazione e quello dei contemplativi all'esercizio del lavoro.*
«Un giorno era già stata preparata la tavola, e, dato il segnale per chiamare gli assenti, arrivano tutti, eccetto uno, del gruppo contemplativo. 
Dopo un po' vanno alla sua cella per chiamarlo a tavola, ma egli già si nutriva alla mensa ben più lauta del Signore.
«Era prostrato con la faccia a terra, le braccia aperte in forma di croce e non dava segno di vita né col respiro né con altro movimento. 
Due candelabri accesi, uno al capo e l'altro ai piedi, illuminavano la cella con una luce sfolgorante, in modo meraviglioso.
«Lo lasciano in pace per non turbare l'estasi e non svegliare la diletta, sino a che non voglia.
Però i frati cercano di osservare attraverso le fessure della cella, stando dietro il muro e spiando per le inferriate.
Per essere brevi, mentre ivi, gli amici sono intenti ad ascoltare colei che se ne stava nel giardino,all'improvviso scompare tutto quel bagliore ed il frate ritorna in se stesso. 
Subito si alza e, recatosi a tavola, si accusa di essere giunto in ritardo.
«Ecco (concluse l'ecclesiastico spagnuolo) quanto è accaduto nella nostra terra!».
Francesco non stava in sé dalla gioia, inebriato com'era dal profumo dei suoi figli.
Subito si mise a lodare il Signore e come se il sentire parlare bene dei frati fosse l'unica sua gloria, esclamò dal più profondo del cuore: 
*«Ti ringrazio, Signore, che santifichi e guidi i poveri, perché mi hai riempito di gioia con queste notizie!
Benedici, ti prego, con la più ampia benedizione e santifica con una grazia particolare tutti quelli che rendono odorosa di buoni esempi la loro professione religiosa! »







SAN FRANCESCO E LE FONTI 1545

 F.F. 1545 
Nei primordi dell'Ordine, quando Francesco cominciò ad avere dei fratelli dimorava con essi presso Rivotorto. 
Una volta, sulla mezzanotte, mentre tutti riposavano sui loro giacigli, un frate gridò all'improvviso:
« Muoio! muoio! ».
Tutti gli altri si svegliarono stupefatti e atterriti. Francesco si alzò e disse:
«Levatevi, fratelli, e accendete un lume».                                                                                                 Accesa la lucerna, il Santo interrogò:
«Chi ha gridato: Muoio?».
Quello rispose:
« Sono io ».
Riprese Francesco:
« Che hai, fratello? 
di cosa muori? ».
E lui:
« Muoio di fame ».
Francesco, da uomo pieno di bontà e gentilezza, fece subito preparare la mensa. E affinché quel fratello non si vergognasse a mangiare da solo, si posero tutti a mangiare insieme con lui.
Sia quel frate sia gli altri si erano convertiti al Signore da poco tempo, e affliggevano oltremisura il loro corpo.
Dopo la refezione, Francesco parlò:
« Cari fratelli, raccomando che ognuno tenga conto della propria condizione fisica.
Se uno di voi riesce a sostenersi con meno cibo di un altro, non voglio che chi abbisogna di un nutrimento più abbondante si sforzi di imitare l'altro su questo punto; ma, adeguandosi alla propria complessione, dia quanto è necessario al suo corpo. 
Come ci dobbiamo trattenere dal soverchio mangiare, nocivo al corpo e all'anima, così, e anche di più, dalla eccessiva astinenza, poiché *il Signore preferisce la misericordia al sacrificio ».




sabato 21 gennaio 2017

FRANCESCO E LE FONTI 1440

Fonti Francescane 1440
Francesco, pieno della grazia dello Spirito Santo, ai sei frati sopra citati, convocandoli presso di sé dalla selva che si estendeva presso la Porziuncola, nella quale entravano spesso per pregare, predisse quello che sarebbe avvenuto. 
Disse:
"Fratelli carissimi, consideriamo la nostra vocazione.
Dio, nella sua misericordia, ci ha chiamati non solo per la nostra salvezza, ma anche per quella di molti altri. 
Andiamo dunque per il mondo, esortando tutti. con l'esempio più che con le parole, a fare penitenza dei loro peccati e a ricordare i comandamenti di Dio".
E proseguì:
"Non abbiate paura di essere ritenuti insignificanti o squilibrati, ma annunciate con coraggio e semplicità la penitenza. 
Abbiate fiducia nel Signore, che ha vinto il mondo!
Egli parla con il suo Spirito in voi e per mezzo di voi, ammonendo uomini e donne a convertirsi a Lui e ad osservare i suoi precetti. Incontrerete alcuni fedeli, mansueti e benevoli, che riceveranno con gioia voi e le vostre parole. 
Molti di più saranno però gli increduli, orgogliosi, bestemmiatori, che vi ingiurieranno e resisteranno a voi e al vostro annunzio. 
Proponetevi, in conseguenza, di sopportare ogni cosa con pazienza e umiltà ".
Udendo l'esortazione i fratelli cominciarono ad aver paura.
Ma il Santo seguitò:
"Non abbiate timore, poiché fra non molto verranno a noi parecchi dotti e nobili, e si uniranno a noi nel predicare ai re, ai principi e ai popoli. 
In gran numero si convertiranno al Signore, che moltiplicherà e aumenterà la sua famiglia nel mondo intero".



venerdì 20 gennaio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 496

Fonti Francescane 496

Il cardinale Ugolino, a sua volta, nutriva profondo affetto per il Santo; gradiva quindi ogni sua parola e atto, anzi spesso si rasserenava tutto al solo vederlo. 
Egli stesso afferma di non aver mai avuto turbamenti d'animo per quanto grandi, che la vista e le parole di Francesco non bastassero ad eliminare, disperdendo le nubi dello spirito ed ogni tristezza, e riportandovi la serenità e la gioia. 
Si diportava con Francesco come il servo rispetto al suo padrone; lo ossequiava come un apostolo di Cristo, e sovente, inchinandosi, lo riveriva, baciandogli le mani.



martedì 17 gennaio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 152

Ammonizioni, IV
. Fonti Francescane 152
*Che nessuno si appropri la carica di superiore*
Dice il Signore:
" Non sono venuto per essere servito ma per servire".
Coloro che sono costituiti in autorità sopra gli altri, tanto devono gloriarsi di quell'ufficio prelatizio, quanto se fossero deputati all'ufficio di lavare i piedi ai fratelli.
E quanto più si turbano se viene loro tolta la carica che se fosse loro tolto il servizio di lavare i piedi, 
tanto più mettono insieme per sé un tesoro fraudolento a pericolo della loro anima.






SAN FRANCESCO E LE FONTI 872

 "IL TRATTATO DEI MIRACOLI" di Tommaso da Celano
 IL TRATTATO DEI MIRACOLI DI SAN FRANCESCO
CAPITOLO VIII
DI COLORO CHE IL SANTO SOTTRASSE ALLA MORTE


CAPITOLO VIII
DI COLORO CHE IL SANTO SOTTRASSE ALLA MORTE





49. A Roma un nobile cittadino, di nome Rodolfo, aveva una torre abbastanza alta, e sulla torre, secondo l'uso, teneva un custode. Una notte, sulla cima della torre, mentre il custode dormiva profondamente, giacendo su un mucchio di legna posto proprio sull'orlo sporgente del muro, si sciolse l'argano all'improvviso o forse per un guasto provocatosi alla base, e l'uomo fu sbalzato fuori con tutta la legna, abbattendosi dall'alto precipizio sul tetto del palazzo e dal palazzo al suolo. Al forte fragore si svegliò tutta la famiglia, e il cavaliere, sospettando delle ostilità si alzò ed uscì con le armi in pugno. Sfoderata la spada, stava per vibrarla sull'uomo che giaceva a terra addormentato, con l'intenzione di colpirlo, poiché non l'aveva riconosciuto. Ma la moglie del cavaliere, temendo che per caso fosse il proprio fratello, odiato a morte dal marito, gli impedì di colpirlo col gettarsi sull'uomo sdraiato, e lo difese con pietà. O meravigliosa profondità di quel sonno! Non alla doppia caduta, non al rumoroso clamore si risveglia quell'uomo assopito. Finalmente scosso da una mano sollecita si svegliò e, come strappato da un dolce sonno, si rivolse al suo padrone: "Perché mi svegliate dal sonno? Non ho mai dormito così dolcemente, giacché dormivo con grandissima soavità nelle braccia del beato Francesco". Venendo poi informato dagli altri della sua caduta, e vedendosi in basso, lui che si era coricato in alto, si meravigliò che fosse accaduta una cosa di cui non si era accorto. Tosto dinnanzi a tutti promise di fare penitenza, e, ottenuto il permesso del suo padrone, si accinse al pellegrinaggio. La donna, poi, fece mandare ai frati che dimoravano in un suo castello fuori Roma, un bell'apparato sacerdotale, pegno di riverenza e di onore al Santo. Le Scritture esaltano il grande merito dell'ospitalità, e gli esempi lo provano. Il predetto signore infatti, quella notte, aveva dato alloggio a due frati minori, per amore di san Francesco, ed anch'essi accorsi con gli altri avevano assistito all'accaduto.




SAN FRANCESCO E LE FONTI 26

DALLE FONTI FRANCESCANE 26
Regole ed Esortazioni
[26] Si guardino i frati, ovunque saranno, negli eremi o in altri luoghi, di non appropriarsi di alcun luogo e di non contenderlo ad alcuno.
E chiunque verrà da essi, amico o nemico, ladro o brigante, sia ricevuto con bontà. E ovunque sono i frati e in qualunque luogo si incontreranno, debbano rivedersi volentieri e con gioia di spirito e onorarsi scambievolmente senza mormorazione.
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C'è un episodio narrato dalla Compilazione di Assisi e da altre fonti, che riguarda i ladroni che Francesco incontrò in un eremo sopra Borgo San Sepolcro? Questi, di tanto in tanto, si recavano al convento a domandare del pane; ma derubavano anche i passanti e quindi i frati erano incerti sul da farsi.
Francesco suggerì ai suoi frati di recarsi nel bosco, di portare del cibo ai ladroni, di servirli e chiedere loro un primo piacere: che almeno non percuotessero e non maltrattassero i derubati; quindi di tornare di nuovo, con cibo ancor più abbondante, e di chiedere loro di ravvedersi. I ladroni, commossi dall’affabilità dei frati, cambiarono vita: alcuni addirittura entrarono nell’Ordine.
Considerando quei ladroni come persone, accogliendoli senza pregiudizi, rispettando i loro tempi di maturazione, Francesco li condusse alla vita onesta, al lavoro, alcuni persino a compiere una scelta radicale per Dio e per l’edificazione del suo regno.



lunedì 16 gennaio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1210-1212

Fonti Francescane 1210. 1212.
- Lo Spirito del Signore, che lo aveva unto e inviato , assisteva il suo servo Francesco, ovunque si dirigesse; lo assisteva Cristo stesso, potenza e sapienza di Dio.
Per questo le sue parole sovrabbondavano di sana dottrina e i suoi miracoli erano così splendidi ed efficaci.
Era, la sua parola, come un fuoco ardente, che penetrava l'intimo del cuore e ricolmava d'ammirazione le menti; non sfoggiava l'eleganza della retorica, ma aveva il profumo e l'afflato della rivelazione divina.- .............
...... - Quello che esigeva dagli altri con le parole, lo aveva preteso prima da se stesso con le opere; perciò non temeva censori e predicava la verità con estremo coraggio.
Sapeva non lusingare le colpe, ma sferzarle; non blandire la condotta dei peccatori, ma abbatterla con dure rampogne.
Con pari fermezza di spirito parlava ai piccoli e ai grandi, e provava uguale gioia nel parlare a pochi e a molti .
Gente di ogni età e d'ogni sesso correva a vedere e ad ascoltare quell'uomo nuovo, donato dal cielo al mondo.
Egli pellegrinava per le varie regioni, annunciando con fervore il Vangelo; e il Signore cooperava. confermando la Parola con i miracoli che l'accompagnavano.
Infatti, nel nome del Signore, Francesco; predicatore della verità, scacciava i demoni, risanava gli infermi, e, prodigio ancor più grande, con l'efficacia della sua parola inteneriva e muoveva a penitenza gli ostinati e, nello stesso tempo, ridonava la salute ai corpi e ai cuori.



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SAN FRANCESCO E LE FONTI 264

  Fonti Francescane 264                                                                                                                                                                                                                                                                                                  
Lodi per Ogni Ora
Santo, santo, santo il Signore Dio onnipo­tente, che è, che era e che verrà;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Tu sei degno, Signore Dio nostro ,
di ricevere la lode, la gloria e l'onore e la benedizione;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Degno è l'Agnello, che è stato immolato di ricevere potenza e divinità, sapienza e fortezza, onore e gloria e benedizione;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Benedite il Signore, opere tutte del Signore;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Date lode al nostro Dio voi tutti suoi servi voi che temete Dio, piccoli e grandi;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Lodino lui, glorioso, i cieli e la terra ;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
E ogni creatura che è nel cielo
e sopra la terra e sotto terra,
e il mare e le creature che sono in esso;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo;
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Come era nel principio e ora e sempre
e nei secoli dei secoli.
Amen.
E lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.




SAN FRANCESCO E LE FONTI 1204

 Fonti Francescane 1204

A questo proposito, si trovò una volta fortemente angosciato da un dubbio, che per molti giorni espose ai frati suoi familiari, quando tornava dall'orazione, perché l'aiutassero a scioglierlo.
« Fratelli (domandava) che cosa decidete?
Che cosa vi sembra giusto?:
che io mi dia tutto all'orazione o che vada attorno a predicare?
Io, piccolino e semplice, inesperto nel parlare, ho ricevuto la grazia dell'orazione più che quella della predicazione. 
Nell'orazione, inoltre, o si acquistano o si accumulano le grazie; nella predicazione, invece, si distribuiscono i doni ricevuti dal cielo. 
Nell'orazione purifichiamo i nostri sentimenti e ci uniamo con l'unico, vero e sommo Bene e rinvigoriamo la virtù; nella predicazione, invece, lo spirito si impolvera e si distrae in tante direzioni e la disciplina si rallenta.
Finalmente, nella orazione parliamo a Dio, lo ascoltiamo e ci tratteniamo in mezzo agli angeli; nella predicazione, invece, dobbiamo scendere spesso verso gli uomini e, vivendo da uomini in mezzo agli uomini, pensare, vedere, dire e ascoltare al modo umano. 
Però, a favore della predicazione, c'è una cosa, e sembra che da sola abbia, davanti a Dio, un peso maggiore di tutte le altre, ed è che l'Unigenito di Dio, sapienza infinita, per la salvezza delle anime è disceso dal seno del Padre, ha rinnovato il mondo col suo esempio, parlando agli uomini la Parola di salvezza e ha dato il suo sangue come prezzo per riscattarli, lavacro per purificarli, bevanda per fortificarli, nulla assolutamente riservando per se stesso, ma tutto dispensando generosamente per la nostra salvezza. 
Ora noi dobbiamo fare tutto, secondo il modello che vediamo risplendere in Lui, come su un monte eccelso. 
Perciò sembra maggiormente gradito a Dio, che io lasci da parte il riposo e vada nel mondo a lavorare ».
Per molti giorni ruminò discorsi di questo genere con i frati; ma non riusciva ad intuire con sicurezza la strada da scegliere, quella veramente più gradita a Cristo. 
Lui, che mediante lo spirito di profezia veniva a conoscere cose stupefacenti, non era capace di risolvere con chiarezza questo interrogativo da se stesso: la Provvidenza di Dio preferiva che fosse una risposta venuta dal cielo a mostrare l'importanza della predicazione e che il servo di Cristo si conservasse nella sua umiltà.