venerdì 27 marzo 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 34-35

DALLE FONTI FRANCESCANE 34-35
Regola non bollata
CAPITOLO X
DEI  FRATI INFERMI 

[34] Se un frate cadrà ammalato, ovunque si trovi, gli altri frati non lo lascino senza avere prima incaricato un frate,
o più se sarà necessario, che lo servano come vorrebbero essere serviti essi stessi; però in caso di estrema necessità, lo
possono affidare a qualche persona che debba assisterlo nella sua infermità.
[35] E prego il frate infermo di rendere grazie di tutto al Creatore; e che quale lo vuole il Signore, tale desideri di
essere, sano o malato, poiché tutti coloro che Dio ha preordinato alla vita eterna, li educa con i richiami stimolanti dei
flagelli e delle infermità e con lo spirito di compunzione, così come dice il Signore: "lo quelli che amo, li correggo e li
castigo".
Se invece si turberà e si adirerà contro Dio e contro i frati, ovvero chiederà con insistenza medicine, desiderando troppo
di liberare la carne che presto dovrà morire, e che è nemica dell'anima, questo gli viene dal maligno ed egli è uomo carnale, e non sembra essere un frate, poiché ama più il corpo che l'anima.
COMMENTO
Chiediamo a san Francesco di aiutarci a comprendere questa dottrina tanto difficile, ma tanto salutare. L'amabile Santo ci risponde nel cap.10 della prima Regola che contiene un duplice insegnamento. Al "fratello" sano raccomanda di prestare un servizio disinteressato e generoso verso chi è malato. Mentre al "fratello" infermo suggerisce di considerare "i richiami stimolanti delle prove e delle infermità" come una pedagogia del Signore che, mentre educa alla virtù più robusta, colma la vita d'amore. Infine mette in guardia contro le ribellioni della natura che, se accettate, renderebbero vani tutti questi mezzi di santificazione.

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