DALLE FONTI FRANCESCANE 712 2Celano
VITA SECONDA di Tommaso da Celano
712 128. Un giorno vide un suo compagno con una faccia triste e melanconica. Sopportando la cosa a malincuore, gli disse: «Il servo di Dio non deve mostrarsi agli altri triste e rabbuiato, ma sempre sereno. Ai tuoi peccati, riflettici nella tua stanza e alla presenza di Dio piangi e gemi. Ma quando ritorni tra i frati, lascia la tristezza e conformati agli altri ». E poco dopo: «Gli avversari della salvezza umana hanno molta invidia di me e siccome non riescono a turbarmi direttamente, tentano sempre di farlo attraverso i miei compagni ».Amava poi tanto l'uomo pieno di letizia spirituale, che per ammonimento generale fece scrivere in un capitolo queste parole: « Si guardino i frati di non mostrarsi tristi di fuori e rannuvolati come degli ipocriti, ma si mostrino lieti nel Signore, ilari e convenientemente graziosi »..
COMMENTO
Il seguente brano ci aiuta a trarre le conseguenze pratiche da questa meditazione sulla gioia interiore ed esteriore. Ci mostra quali vantaggi ascetici e psicologici arreca alla nostra vita questo incomparabile dono che ci è dato dall'alto e che a noi tocca di valorizzare.Sia a noi di modello il Poverello giocondo che, radicato in Dio fonte di "ogni bene", è vissuto nella gioia ed ha insegnato ai suoi frati a vivere nella gioia.
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