F.F.2307. Si dice che Francesco, in viaggio con i compagni per città e borgate, giungesse in una città per predicarvi la parola di Dio. Ma appena ebbe cominciato il discorso, i cittadini del luogo, osservandolo in quella strana foggia di vestito, lo scacciarono dalla città, come un pazzo.Allora Francesco, uscito verso la campagna e stando sulla strada pubblica, osservò in un campo una gran quantità di uccelli di diverse specie, intenti a beccare. Si rivolse a loro e li chiamò vicini a sé, come se parlasse ad uomini; e subito, al suo richiamo, si radunò attorno a lui tal moltitudine d'uccelli d'ogni specie, che si diceva di non averne mai visti tanti da quelle parti. Francesco ammoniva gli uccelli perché almeno loro, che erano creature senza ragione, si guardassero dal trascurare l'ascolto della parola di Dio, dal momento che gli uomini, dotati di intelligenza e di discernimento l'avevano a noia. Gli uccelli, levando i colli, volgevano verso di lui le testoline e il viso, come se lo capissero.Francesco li esortava a glorificare e a lodare Iddio, che li aveva creati e li nutriva, con i loro trilli e le loro voci. E così continuò a lungo a discutere con loro della parola di Dio, come avesse davanti creature ragionevoli. I passanti notarono quell'uomo stranamente vestito, che predicava agli uccelli come se fossero uomini, e ne diffusero la notizia in città. Allora tutti i cittadini, accorrendo, furono pieni di ammirazione davanti a quel prodigio, e lo supplicavano che avesse pietà della città che lo aveva cacciato fuori. Francesco benedisse gli uccelli e diede loro licenza di partire. Poi, volgendosi al popolo, li rimproverò, perché loro, che erano creature intelligenti e ragionevoli non si erano curati d'ascoltare la parola di Dio, mentre gli uccelli, che sono senza ragione l'accoglievano con grande letizia. Dopo aver parlato a lungo a quella gente, finito il discorso, li benedisse e se ne partì da quel luogo.
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