martedì 31 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 823/824

 F.F. 823 - 824 
Questa Religione infatti non si sostiene con cantine ricolme, dispense abbondantemente fornite, amplissimi poderi,
*ma dalla stessa povertà per la quale si rende degna del cielo, viene meravigliosamente alimentata nel mondo .*
O debolezza di Dio, più forte dell'umana fortezza, che porta gloria alla nostra croce e somministra abbondanza alla povertà!
*Abbiamo infine contemplato questa Vigna che, cresciuta in pochissimo tempo, ha esteso da mare a mare i suoi tralci fruttiferi.*
Da ogni parte sono accorse moltitudine di uomini si riversarono a frotte e, d'un tratto *si radunarono le pietre vive per la perfetta struttura di questo meraviglioso tempio.* E non soltanto la vediamo in breve tempo moltiplicata nel numero dei figli, ma anche glorificata, poiché parecchi di quelli che ha generato, sappiamo che hanno conseguito la palma del martirio, e veneriamo nell'albo dei santi molti dl essi, a motivo della perfetta pratica della virtù.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 186/187

 F.F.186 b - 187 
"... quanto sono beati e benedetti quelli che amano il Signore e fanno così come dice il Signore stesso nel Vangelo: *"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'Anima,* e il prossimo tuo come te stesso".
Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e mente pura, poiché egli stesso, ricercando questo sopra tutte le altre cose, disse: <I veri adoratori adoreranno il Padre nello spirito e nella verità.
Tutti infatti quelli che lo adorano, bisogna che lo adorino nello spirito della verità. Ed eleviamo a lui lodi e preghiere giorno e notte, dicendo:
" Padre nostro, che sei nei cieli", poiché bisogna che noi preghiamo sempre senza stancarci".>




venerdì 27 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1343



 F.F. 1343 
Contando, da allora, sulla grazia che viene dall'alto e sull'autorità del Pontefice,
Francesco affrontò con molta fiducia il cammino verso la valle Spoletana, deciso a realizzare coi fatti e ad insegnare con la parola la verità della perfezione evangelica, che aveva concepita nella mente e promessa in voto con la professione.
Mosse, inoltre, con i compagni la questione se dovevano vivere abitualmente in mezzo alla gente o appartarsi nei luoghi solitari.
Dopo aver indagato con l'insistenza della preghiera quale fosse il volere divino su questo punto, *fu illuminato dal responso di una rivelazione celeste* e comprese che egli era stato inviato da Dio a questo scopo: guadagnare a Cristo le anime, che il diavolo si sforza di rapire.
Stabilì, perciò, che bisognava scegliere di vivere per tutti, piuttosto che per sé solo.
Si raccolse con i frati in un tugurio abbandonato,vicino ad Assisi , per viverci con tutti i rigori della vita religiosa, secondo la norma della santa povertà e predicare alle popolazioni la parola di Dio, secondo l'opportunità del tempo e del luogo.
Divenuto, dunque *araldo del Vangelo*, si aggirava per città e paesi, annunciando il regno di Dio non con il linguaggio dotto della sapienza umana, ma nella potenza dello Spirito Santo: 
*il Signore dirigeva quel parlatore con rivelazioni anticipatrici e confermava la sua parola con i prodigi che la accompagnavano.



giovedì 26 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 937





F.F.937  dal Trattato dei Miracoli
In un convento di Napoli, a un frate di nome Roberto, che era cieco da moltissimi anni, discese sugli occhi una pellicola di carne che gli impediva ogni movimento ed uso delle palpebre. Erano una volta là convenuti moltissimi frati forestieri, in partenza per diverse parti del mondo e il beato padre Francesco, esempio e specchio di santa obbedienza, per rincuorarli al viaggio con la forza di un nuovo miracolo, risanò il predetto frate alla loro presenza nel modo seguente. 
Una notte frate Roberto giaceva ormai ridotto in fin di vita, e già gli era stata raccomandata l'anima, quando alI'improvviso gli si presentò il beato Francesco con tre frati, insigni per la loro santità, ossia sant'Antonio , frate Agostino e frate Giacomo d'Assisi. 
Essi che l'avevano imitato in vita in ogni perfezione, ora lo seguivano con altrettanto ardore dopo morte. 
Il Santo, preso in mano un coltello, tagliò via dall'occhio la carne superflua, restituì la vista all'ammalato, e lo allontanò dalle fauci della morte, dicendogli:
 Figlio mio Roberto, la grazia che ti ho fatto, è un segno per i frati che stanno per andare verso lontani paesi, che io li precederò dirigendo i loro passi. 
Vadano dunque, (continuò), e compiano con alacre animo l'obbedienza loro ingiunta. Godano i figli dell'obbedienza, soprattutto quelli che, lasciando il proprio suolo, dimenticano la patria terrena perché hanno una guida capace e un sollecito precursore.

Anche in :
Anche in "Leggenda Maggiore di san Bonaventura"  alcuni miracoli da lui operati dopo la morte. FF1299

mercoledì 25 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2912--2918

Lettera di Santa Chiara ad Ermentrude di Bruges
Ermentrude, sorella carissima, Chiara d'Assisi, umile ancella di Gesù Cristo, augura salute e pace.
Ho appreso, sorella carissima, che, con l'aiuto della grazia del Signore, sei fuggita dal fango di questo mondo; ne provo grande allegrezza e mi congratulo con te; e ancor più grande è la mia gioia perché so che tu e le tue figlie con coraggio camminate nella via della virtù. Rimani, dunque, o carissima, fedele fino alla morte a Colui, al quale ti sei legata per sempre. E certamente sarai da Lui coronata con la corona della vita. Il tempo della fatica quaggiù è breve, ma la ricompensa è eterna. Non ti abbaglino gli splendori del mondo, che passa come ombra.Non ti sorprendano le vuote immagini di questo mondo ingannatore; chiudi le tue orecchie ai sibili dell'inferno e spezza da forte le sue tentazioni. Sostieni di buona voglia le avversità, e la superbia non gonfi il tuo cuore nelle cose prospere; queste ti richiamano alla tua fede, quelle la richiedono. Rendi fedelmente a Dio quello che hai promesso con voto , ed Egli ti darà la ricompensa. Alza i tuoi occhi al cielo, o carissima, poiché è un invito per noi, e prendi la croce e segui Cristo che ci precede. Poiché dopo molte e varie tribolazioni, è Lui che ci introdurrà nella sua gloria. Ama con tutto il cuore Dio , e Gesù, suo Figlio crocifisso per noi peccatori, e non cada mai dalla tua mente il ricordo di Lui. Medita senza stancarti il mistero della croce e i dolori della Madre ritta ai piedi della croce . Sii sempre attenta e vigile nella preghiera. Porta alla sua consumazione il bene che hai incominciato, e adempi il mistero che hai abbracciato in santa povertà e in umiltà sincera. Non temere, o figlia: Dio che è fedele in tutta le sua promesse e santo nelle sue opere, effonderà su di te e su tutte le tue figlie la benedizione  copiosa. Egli sarà il vostro aiuto, il vostro insuperabile conforto, come è il nostro Redentore e la nostra eterna ricompensa. Preghiamo Dio l'una per l'altra , e così, portando il giogo della carità vicendevole, con facilità adempiremo la legge di Cristo. 
Amen



SAN FRANCESCO E LE FONTI FF131


 Testamento di Siena  
F.F. 131 
E chiunque osserverà queste cose, *sia ricol­mo in cielo della benedizione dell'altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto col santissimo Spirito Paraclito* e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi.
*Ed io frate Francesco piccolino, vostro servo, per quel poco che io posso, con­fermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizio­ne.*
Amen

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2 e 48-49

Regola non bollata  FF 2

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo !Questa è la vita del Vangelo di Gesù Cristo, che frate Francesco chiese che dal signor papa Innocenzo gli fosse concessa e confermata. Ed egli la concesse e la confermò per lui e per i suoi frati presenti e futuri.

(La Regola di San Francesco comincia in chiave Trinitaria)

Regola non bollata  
Lo spirito del Signore, invece, vuole che la carne sia mortificata e disprezzata, vile e abbietta, e ricerca l’umiltà e la pazienza e la pura e semplice e vera pace dello spirito; e sempre desidera soprattutto il divino timore e la divina sapienza e il divino amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed Egli stesso riceva tutti gli onori e la reverenza, tutte le lodi e tutte le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed *Egli solo è buono. E quando vediamo o sentiamo maledire o fare del male o bestemmiare Dio, noi benediciamo e facciamo del bene e lodiamo il Signore che è benedetto nei secoli. Amen.




FF 48-49

SAN FRANCESCO E LE FONTI 601


F.F.601 
Bernardo, un cittadino di Assisi, che poi divenne figlio di perfezione, volendo seguire il servo di Dio nel disprezzo totale del mondo, lo scongiurò umilmente di dargli il suo consiglio. Gli espose dunque il suo caso: 
«Padre, se uno dopo avere a lungo goduto dei beni di qualche signore, non li volesse più tenere, cosa dovrebbe farne, per agire nel modo più perfetto?». 
Rispose l'uomo di Dio:
«Deve restituirli tutti al padrone, da cui li ha ricevuti».
E Bernardo:
«So che quanto possiedo mi è stato dato da Dio e, se tu me lo consigli, sono pronto a restituirgli tutto».
Replicò il Santo:
«Se vuoi comprovare coi fatti quanto dici, appena sarà giorno, entriamo in chiesa prendiamo il libro del Vangelo e chiediamo consiglio a Cristo».
Venuto il mattino, entrano in una chiesa e, dopo aver pregato devotamente, aprono il libro del Vangelo, disposti ad attuare il primo consiglio che si offra loro. Aprono il libro, e il suo consiglio Cristo lo manifesta con queste parole: 
"Se vuoi essere perfetto, va', vendi quanto possiedi e dallo ai poveri."
Ripetono il gesto, e si presenta il passo:
"Non prendete nulla per il viaggio."
Ancora una terza volta, e leggono:
"Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso."

Senza indugio Bernardo eseguì tutto e non tralasciò neppure un iota.   Molti altri, in breve tempo, si liberarono dalle mordacissime cure del mondo e, sotto la guida di Francesco, ritornarono all'infinito bene nella patria vera.Ma sarebbe troppo lungo dire come ciascuno abbia raggiunto il premio della chiamata divina.



[(Bernardo da Quintavalle e Pietro Cattani spogliatosi di ogni bene e privilegio , danno vita al primo nucleo del francescanesimo, al quale successivamente si uniscono altri nove seguaci per un totale di dodici. La piccola comunità vive in una capanna vicina alla Porziuncola pregando e predicando, ma non si tirano indietro se capita loro qualche lavoro che sanno svolgere pur di non essere di peso ad alcuno e di stare nell’ozio.)]

SAN FRANCESCO E LE FONTI 152

 Dalle Fonti Francescane 152                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Ammonizioni, IV
Che nessuno si appropri la carica di superiore
Dice il Signore:
*"Non sono venuto per essere servito ma per servire".*
Coloro che sono costituiti in autorità sopra gli altri, tanto devono gloriarsi di quell'ufficio prelatizio, quanto se fossero deputati all'ufficio di lavare i piedi ai fratelli. E quanto più si turbano se viene loro tolta la carica che se fosse loro tolto il servizio di lavare i piedi,  tanto più mettono insieme per sé un tesoro fraudolento a pericolo della loro anima.


martedì 24 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 24 Maggio

24 maggio 
DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI SAN FRANCESCO IN ASSISI*

Dopo aver proclamato “santo” Francesco, il papa Gregorio IX volle che si innalzasse un tempio in suo onore in Assisi e che ivi si conservassero i suoi resti mortali. Lo stesso pontefice benedisse la prima pietra nel 1228, e nel 1230 comandò che il corpo del Santo fosse trasportato dalla tomba provvisoria della chiesa di San Giorgio al nuovo tempio, che da lui ebbe il titolo di Basilica, «capo e madre» di tutte le chiese dell’Ordine francescano.   Innocenzo IV la consacrò solennemente nel 1253.
Il tempio fu elevato a Basilica patriarcale e Cappella papale da Benedetto XIV il 25 marzo 1754.

domenica 22 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1472

DALLE FONTI FRANCESCANE 1472
I FRANCESCANI SECOLARI
Dalla "Leggenda dei Tre Compagni"
Non erano solo gli uomini a entrare nel movimento, ma anche molte vergini e vedove, toccate dalla predicazione dei frati e seguendo il loro consiglio, si rinchiudevano a fare penitenza nei monasteri delle loro città e paesi. E fu scelto un frate con l'incarico di essere loro visitatore e direttore. Anche gli uomini ammogliati e le donne maritate, non potendo svincolarsi dai legami matrimoniali, dietro suggerimento dei frati, praticavano una più stretta penitenza nelle loro case. In tal modo per mezzo di Francesco, perfetto adoratore della Trinità, la Chiesa di Dio fu rinnovata da questi tre Ordini, come era stato prefigurato dal restauro delle tre chiese, eseguito dal Santo. Ciascuno di questi tre Ordini fu approvato, a suo tempo, dal sommo pontefice.

sabato 21 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2307

F.F.2307. Si dice che Francesco, in viaggio con i compagni per città e borgate, giungesse in una città per predicarvi la parola di Dio. Ma appena ebbe cominciato il discorso, i cittadini del luogo, osservandolo in quella strana foggia di vestito, lo scacciarono dalla città, come un pazzo.Allora Francesco, uscito verso la campagna e stando sulla strada pubblica, osservò in un campo una gran quantità di uccelli di diverse specie, intenti a beccare. Si rivolse a loro e li chiamò vicini a sé, come se parlasse ad uomini; e subito, al suo richiamo, si radunò attorno a lui tal moltitudine d'uccelli d'ogni specie, che si diceva di non averne mai visti tanti da quelle parti. Francesco ammoniva gli uccelli perché almeno loro, che erano creature senza ragione, si guardassero dal trascurare l'ascolto della parola di Dio, dal momento che gli uomini, dotati di intelligenza e di discernimento l'avevano a noia. Gli uccelli, levando i colli, volgevano verso di lui le testoline e il viso, come se lo capissero.Francesco li esortava a glorificare e a lodare Iddio, che li aveva creati e li nutriva, con i loro trilli e le loro voci. E così continuò a lungo a discutere con loro della parola di Dio, come avesse davanti creature ragionevoli. I passanti notarono quell'uomo stranamente vestito, che predicava agli uccelli come se fossero uomini, e ne diffusero la notizia in città. Allora tutti i cittadini, accorrendo, furono pieni di ammirazione davanti a quel prodigio, e lo supplicavano che avesse pietà della città che lo aveva cacciato fuori. Francesco benedisse gli uccelli e diede loro licenza di partire. Poi, volgendosi al popolo, li rimproverò, perché loro, che erano creature intelligenti e ragionevoli non si erano curati d'ascoltare la parola di Dio, mentre gli uccelli, che sono senza ragione l'accoglievano con grande letizia. Dopo aver parlato a lungo a quella gente, finito il discorso, li benedisse e se ne partì da quel luogo.


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SAN FRANCESCO E LE FONTI 1095

 F.F. 1095 
Benché, poi, con tutte le sue forze stimolasse i frati ad una vita austera, pure non amava quella severità intransigente che non riveste viscere di pietà e non è condita con il sale della discrezione.

Un frate, a causa dei digiuni eccessivi, una notte non riusciva assolutamente a dormire, tormentato com'era dalla fame. Comprendendo il pietoso pastore che la sua pecorella si trovava in pericolo, chiamò il frate, gli mise davanti un po' di pane e, per evitargli il rossore, incominciò a mangiare lui per primo, mentre con dolcezza invitava l'altro a mangiare.
Il frate scacciò la vergogna e prese il cibo con grandissima gioia, giacché, con la sua vigilanza e la sua accondiscendenza, il Padre gli aveva evitato il danno del corpo e gli aveva offerto motivo di grande edificazione.
Al mattino, I'uomo di Dio radunò i frati e, riferendosi a quanto era successo quella notte, aggiunse questo provvido ammonimento:
" A voi, fratelli, sia di esempio non il cibo, ma la carità ".
Li ammaestrò, poi, a seguire sempre nella corsa alla virtù, la discrezione che ne è l'auriga; non la discrezione consigliata dalla prudenza umana, ma quella insegnata da Cristo con la sua vita santissima, che certamente è il modello dichiarato della perfezione.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2183




 F.F. 2183 
Ma, (secondo la testimonianza di frate Leone, che era presente) dopo aver diligentemente e attentamente esaminato tutto il contenuto della Regola,
il signor sommo Pontefice disse al beato Francesco:
« Veramente beato è colui che, fortificato dalla grazia di Dio, osserverà fino alla fine fedelmente e devotamente questa vita e Regola, perché tutte le cose che in essa sono scritte, sono pie e perfette. Tuttavia, quelle parole del capitolo decimo, e cioè:
" Ovunque ci fossero dei frati che sapessero e conoscessero di non potere osservare puramente e semplicemente alla lettera e senza chiose la Regola, debbano e possano ricorrere ai loro ministri.
I ministri poi siano tenuti per obbedienza a concedere loro liberamente e benignamente quanto richiedono; che se i ministri non lo volessero fare, gli stessi frati abbiano licenza e obbedienza di osservarla liberamente, perché tutti i frati, siano ministri o sudditi, devono essere soggetti alla Regola ",
potrebbero diventare causa di rovina per quei frati che non fossero pienamente fondati nella conoscenza della verità e nell'amore delle virtù, e motivo di divisioni della Religione;
perciò voglio che queste parole di questo capitolo vengano mutate, così che venga eliminata ogni occasione di pericolo e di divisione per la Religione e per i frati ».
A lui rispose il beato Francesco:
*« Padre santo, queste parole della Regola non le ho poste io ma Cristo, che meglio conosce quanto è necessario e utile per la salvezza delle anime dei frati e per il buono stato e la conservazione della Religione e al quale è noto e presente quanto avverrà nella Chiesa e nella Religione.
E perciò io non devo e non posso mutarla in nessun tratto, perché verranno tempi nei quali i ministri e gli altri che governeranno in questa Religione recheranno molte e amare tribolazioni a coloro che vorranno osservare la Regola letteralmente secondo la volontà di Dio.
Perciò, come è volontà e obbedienza di Cristo che si osservi letteralmente questa vita e Regola, che è sua, così deve essere vostra volontà e obbedienza che si faccia e si scriva nella Regola »*
Allora riprese il sommo Pontefice: « Frate Francesco, io farò in modo tale che, conservando pienamente il senso delle parole,
la lettera della Regola venga così mutata in modo che i ministri capiscano di essere obbligati a compiere quello che Cristo vuole e la Regola comanda,
e che i frati capiscano che essi hanno la libertà di osservare la Regola;
e così non si offrirà occasione di mancare a quelli che vanno spesso alla ricerca di una occasione, sotto pretesto di osservare la Regola ».
Il sommo Pontefice cambiò dunque le parole di questo punto dicendo:
« Dovunque ci sono dei frati, che sapessero e conoscessero di non poter osservare spiritualmente la Regola, debbano e possano ricorrere ai loro ministri.
I ministri poi li accolgano con carità e bontà e dimostrino con loro tale familiarità che essi possano dire e fare come il padrone con i suoi servi.
Infatti così deve essere, che i ministri siano i servi di tutti i frati ».



SAN FRANCESCO E LE FONTI 1072

F.F.1072  "....Francesco, pastore del piccolo gregge, ispirato dalla grazia divina, condusse i suoi dodici frati a Santa Maria della Porziuncola, perché voleva che l'Ordine dei minori crescesse e si sviluppasse,
sotto la protezione della Madre di Dio, là dove, per i meriti di lei, aveva avuto inizio. Là, inoltre, divenne araldo del Vangelo. Incominciò, infatti, a percorrere città e villaggi e ad annunziarvi il regno di Dio, non basandosi sui discorsi persuasivi della sapienza umana, ma sulla dimostrazione di spirito e di potenza. A chi lo vedeva, sembrava un uomo dell'altro mondo: uno che, la mente e il volto sempre rivolti al cielo, si sforzava di attirare tutti verso l'alto. Da allora la vigna di Cristo incominciò a produrre germogli profumati del buon odore del Signore, e frutti abbondanti con fiori soavi di grazia e di santità.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 2/ 48-49/ 131

Regola non bollata
F.F. 2  *Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo !* 
Questa è la vita del Vangelo di Gesù Cristo, che frate Francesco chiese che dal signor papa Innocenzo gli fosse concessa e confermata. 
Ed egli la concesse e la confermò per lui e per i suoi frati presenti e futuri.
(La Regola di San Francesco comincia in chiave Trinitaria)
+++
Regola non bollata
 F.F.48-49  *Lo spirito del Signore* invece vuole che la carne sia mortificata e disprezzata, vile e abbietta, e *ricerca l’umiltà e la pazienza e la pura e semplice e vera pace dello spirito; e sempre desidera soprattutto il divino timore e la divina sapienza e il divino amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.*
E *restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni* e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui.
E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed Egli stesso riceva tutti gli onori e la reverenza, tutte le lodi e tutte le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed *Egli solo è buono.*
E quando vediamo o sentiamo maledire o fare del male o bestemmiare Dio, noi benediciamo e facciamo del bene e lodiamo il Signore che è benedetto nei secoli.
Amen
+++
Testamento di Siena
 F.F. 131 
E chiunque osserverà queste cose, *sia ricol­mo in cielo della benedizione dell'altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto col santissimo Spirito Paraclito* e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi.
*Ed io frate Francesco piccolino, vostro servo, per quel poco che io posso, con­fermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizio­ne.*
Amen
+++
IMMAGINE :
*Trinità con san Francesco d'Assisi e santa Maria Maddalena*
........... di Gerini Niccolò di Pietro
L’opera unisce l’iconografia della stimmatizzazione di San Francesco con la rappresentazione della Trinità (nel gradino si legge infatti : « s[an]c[t]a Trinitas miseremini mei ») e della Crocifissione con la Maddalena.
Il miracolo francescano viene dunque reso dal pittore all’interno di un’immagine più complessa, al fine di creare un collegamento con il dogma trinitario e la mistica contemplativa.
Questi elementi hanno infatti la funzione di potenziarne il significato mettendo in luce il valore delle stimmate come compenetrazione assoluta di Francesco nella passione di Cristo e il doloroso abbraccio di Maria Maddalena alla croce quale esempio femminile di conversione e dedizione a Cristo, paragonabile in questo senso al Santo di Assisi.

lunedì 16 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 71

“ Padre, Padre buono, a Te mi offro, a Te mi dono ”.
Facciamo di questa piccola preghiera la nostra preghiera del cuore per vivere la realtà essenziale della nostra fede, che è, in sintesi, l'Amore del Padre che si dona a noi nel Figlio, perchè desidera che noi, col Figlio, ci doniamo a Lui. E' un atto di consacrazione che fa di noi un'offerta sacra, un dono d'amore che ci porta nel cuore del Padre,... che ci fa vivere nella divina volontà, ….che ci fa perdere nella sua misericordia ! Consacrarsi a Dio vuol dire diventare un'unica realtà sacra con Lui, perdersi in Lui Amore, e permettere a Lui di farci divenire Luce pura, Amore puro. Diciamogli sempre, ad ogni respiro, ad ogni battito del cuore: “Padre, Padre buono,a Te mi offro, a Te mi dono”, e ci sentiremo come un bimbo svezzato in braccio a sua madre.
Diceva san Francesco: “FF71 .....E ovunque, noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora e in ogni tempo, ogni giorno e ininterrottamente crediamo veramente e umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo, adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed
esaltiamo, magnifichiamo e rendiamo grazie all'altissimo e sommo eterno Dio, Trinità e Unità, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose e Salvatore di tutti coloro che credono e sperano in lui, e amano lui che è senza inizio e senza fine, immutabile, invisibile, inenarrabile, ineffabile incomprensibile. ininvestigabile, benedetto, degno di lode, glorioso, sopraesaltato, sublime, eccelso, soave, amabile, dilettevole e tutto sopra tutte le cose desiderabile nei secoli dei
secoli. Amen”. FF71.


venerdì 13 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 281

PREGHIERA DI FRANCESCO D'ASSISI ALLA MADRE DI DIO

Santa Maria Vergine, nel mondo tra le donne non è nata alcuna simile a te, figlia e ancella dell'altissimo sommo Re, il Padre Celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo, prega per noi con San Michele arcangelo e con tutte le potenze angeliche dei cieli e con tutti i santi presso il tuo santissimo diletto Figlio Signore e maestro. 
Gloria al Padre. Come era.



mercoledì 11 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1733

Specchio di Perfezione
 F.F. 1733 
 E come in una pittura su tavola, raffigurante il Signore o la beata Vergine, si onora il Signore e la beata Vergine, non già il legno o la pittura in sé;
così il servo di Dio è una pittura di Dio, nella quale è onorato Dio per il suo beneficio.
Il servo nulla deve attribuire a se stesso, poiché in confronto a Dio è meno che legno e pittura.
Nulla è completamente puro, e perciò a Dio solo va dato onore e gloria, a noi vergogna e tribolazione, finché viviamo tra le miserie di questa vita .



martedì 10 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 201

 Lettere ai Fedeli F.F. 201 
Oh, come è glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre !
Oh, come è santo, consolante, bello e ammirabile avere un tale Sposo !
Oh, come è santo, come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore e pregò il Padre per noi, dicendo:
" Padre santo,
custodisci nel tuo nome
quelli che mi hai dato.
Padre, tutti coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi
e tu li hai dati a me.
E le parole che desti a me, le ho date a loro; ed essi le hanno accolte e veramente hanno riconosciuto che io sono uscito da te ed hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro e non per il mondo.
Benedicili e santificali.
E per loro io santifico me stesso affinché siano santificati nell'unità come lo siamo noi.
E voglio, o Padre, che dove io sono ci siano anch'essi con me, affinché vedano la mia gloria nel tuo regno".
.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2114


Cristo lo amò (san Francesco) di un amore tutto speciale e fu a lui benigno e familiare, purificandolo, illuminandolo e formandolo, e lo trascinò dietro di sé perché seguisse i suoi esempi di perfezione; e gli apparve nella figura di un uomo confitto alla croce e talmente lo trasformò in se stesso, che da allora egli non visse per sé ma tutto crocifisso con Cristo.
Infatti Cristo era per lui sostanza,  movimento, senso, luce e vita . 
 F.F. 2114 

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2900 - 2903


... slacciandoti da tutte le ricchezze e vanità del mondo, ti sei meravigliosamente unita in sposa all'Agnello immacolato, che toglie i peccati del mondo .
" Te veramente felice ! ".
Ti è concesso di godere di questo sacro convito , per poter aderire con tutte le fibre del tuo cuore a Colui, la cui bellezza è l'ammirazione instancabile delle beate schiere del cielo. L'amore di lui rende felici, la contemplazione ristora, la benignità ricolma. La soavità di lui pervade tutta l'anima, il ricordo brilla dolce nella memoria. A suo profumo i morti risorgono e la gloriosa visione di lui formerà la felicità dei cittadini della Gerusalemme celeste .
 E poiché questa visione di lui è splendore dell'eterna gloria ,chiarore della luce perenne e specchio senza macchia ,  
                                                                                                                                                                                                             


ogni giorno porta l'anima tua, o regina, sposa di Gesù Cristo, in questo specchio e scruta in esso continuamente il tuo volto, perché tu possa così adornarti tutta all'interno e all'esterno, vestita e circondata di varietà , e sii parimenti adorna con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene a te, figlia e sposa carissima del sommo Re. In questo specchio poi rifulgono la beata povertà, la santa umiltà  e l'ineffabile carità; e questo tu potrai contemplare, con la grazia di Dio, diffuso su tutta la superficie dello specchio. 
 Lettera quarta di Santa Chiara alla beata Agnese di Praga.  [F.F.2900 - 2903]



lunedì 9 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 184





F.F.184

E la volontà di suo Padre fu questa, che il suo figlio benedetto e glorioso, che egli ci ha donato ed è nato per noi, offrisse se stesso, mediante il proprio sangue, come sacrificio e vittima sull'altare della croce, non per se, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose,ma in espiazione dei nostri peccati, lasciando a noi l'esempio perché ne seguiamo le orme. E vuole che tutti siamo salvi per mezzo di lui 

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1826

Fioretti



F.F.1826
In prima è da considerare che 'l glorioso messere santo Francesco in tutti gli atti della vita sua fu conforme a Cristo benedetto: chè come Cristo nel principio della sua predicazione elesse dodici Apostoli a dispregiare ogni cosa mondana, a seguitare lui in povertà e nell'altre virtù; così santo Francesco elesse dal principio del fondamento dell'Ordine dodici compagni possessori dell'altissima povertà. E come un de' dodici Apostoli, il quale si chiamò Iuda Scariotto, apostatò dello apostolato, tradendo Cristo, e impiccossi se medesimo per la gola; così uno de' dodici compagni di santo Francesco, ch'ebbe nome frate Giovanni dalla Cappella, apostatò e finalmente s'impiccò se medesimo per la gola. E questo agli eletti è grande esempio e materia di umiltà e di timore, considerando che nessuno è certo perseverare infino alla fine nella grazia di Dio.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 868

F.F. 868 Nella città di Sessa (Aurunca), nel borgo che passa sotto il nome « Le Colonne », il traditore delle anime e l'assassino dei corpi, il diavolo, abbatté una casa, facendola crollare; egli aveva tentato di uccidere molti fanciulli che si divertivano allegramente attorno alla casa, ma riuscì ad inghiottire soltanto un giovinetto, che al crollo della casa fu ucciso sul colpo. Uomini e donne, sorpresi dal fracasso della casa che crollava, accorsero da ogni parte e togliendo qua e là le travature, riportarono il figlio ormai esanime all'infelice madre. Essa, graffiandosi il volto e strappandosi i capelli, rotta da amari singhiozzi, e tutta in lacrime, gridava con tutte le sue forze: «O san Francesco, san Francesco, rendimi mio figlio!». E non solo essa, ma tutti i circostanti, sia uomini che donne, amaramente singhiozzando gridavano: «San Francesco, rendi il figlio all'infelice madre!». Dopo un'ora, la madre riavendosi tra i sospiri da tanto dolore, pronunciò questo voto: «O san Francesco, restituisci a me, così infelice, il figlio mio, ed io ornerò il tuo altare con un filo d'argento e lo adornerò con una tovaglia nuova, e accenderò candele tutto intorno alla tua chiesa!». Il cadavere fu deposto sul letto, poiché ormai notte, in attesa di seppellirlo il giorno dopo. Verso la mezzanotte, pero, il giovane cominciò a sbadigliare, e mentre gli si andavano riscaldando gradatamente le membra, prima che albeggiasse, rinvenne del tutto, e proruppe in esclamazione di lode. Tutto il popolo e il clero, vedendolo sano e salvo, rivolsero ringraziamenti al beato Francesco.




SAN FRANCESCO E LE FONTI 371

F.F.371




Francesco e i suoi compagni provava­no una immensa allegrezza e una gioia inesplicabile quando qualcuno dei fedeli, chiunque e di qualunque condizione fosse, ricco, povero, nobile, popolano, spregevole, onorato, prudente, semplice, chierico, indotto, laico, guidato dallo spirito di Dio veniva a prender l'abito della loro santa religione. Riscuotevano tutti la sincera ammirazione degli uomini del mondo, e l'esempio della loro umiltà era per essi una provocazione a vivere meglio e a far penitenza dei propri peccati. Né l'umiltà della condizione, né la povertà che il mondo ritiene una infermità, potevano impedire che fossero in­corporati nella costruzione di Dio quelli che egli voleva inserirvi, poiché Dio trova la sua compiacenza nello stare con i semplici e con quelli che il mondo disprezza.