lunedì 19 giugno 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2144

Fonti Francescane 2144
In breve tempo cresce il numero dei frati e vengono distribuiti nelle varie province della cristianità sotto ministri e custodi.
Ma poiché non è una impresa da poco farsi discepoli della vita di Cristo e attuare tutto quello che esige una professione tanto alta, molti sono quelli che cominciano a fare il bene, ma pochi e i soli perfetti perseverano fino alla fine. 
Infatti mortificare i sensi, far tacere la lingua e il cuore secondo il consiglio evangelico e offrire continuamente il corpo e l'anima a Dio a somiglianza di Cristo e dirigere e compiere tutte le azioni interiori ed esteriori secondo la volontà del beneplacito di Dio ed avere in essi la pazienza fino alla fine, tutto questo viene da un dono di Dio, ma non senza grande impegno, e si dirige e si conserva, per dir così, con sudore di sangue e comunicando ai dolori della croce.
Grande è infatti la nostra fragilità e facilmente ci voltiamo tutti alla sensualità, e la prudenza della carne, nascosta sotto il mantello della discrezione, come impeto di spirito veemente ci sospinge validamente ad esse, che sono come catene di ferro e un carcere di bronzo, strappandoci il consenso alla fragilità e la sequela della sensualità. 
Chi le segue non ha parte della sorte dei santi.
E per questo che il primo uomo pensò all'inizio alla sua rovina e si ravvolse nei pessimi mali dell'amore e compiacenza di se stesso.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 1051b-1052

F.F. 1051b - 1052
.... (San Francesco) si toglie i calzari dai piedi; lascia il bastone; maledice bisaccia e denaro e, contento di una sola tonachetta, butta via la cintura e la sostituisce con una corda e mette ogni sua preoccupazione nello scoprire come realizzare a pieno le parole sentite e adattarsi in tutto alla regola della santità, dettata agli apostoli. Da quel momento l'uomo di Dio, per divino incitamento, si dedicò ad emulare la perfezione evangelica e ad invitare tutti gli altri alla penitenza.I suoi discorsi non erano vani o degni di riso, ma ripieni della potenza dello Spirito Santo: penetravano nell'intimo del cuore e suscitavano forte stupore negli ascoltatori. In ogni sua predica, all'esordio del discorso, salutava il popolo con I'augurio di pace, dicendo:  "Il Signore vi dia la pace!"

Aveva imparato questa forma di saluto per rivelazione del Signore, come egli stesso più tardi affermò. 
Fu così che, mosso anch'egli dallo spirito dei profeti, come i profeti annunciava la pace, predicava la salvezza e, con le sue ammonizioni salutari, riconciliava in un saldo patto di vera amicizia moltissimi, che prima, in discordia con Cristo, si trovavano lontani dalla salvezza.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 207 / 209

Fonti Francescane 207-209
Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all'ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte, che santificano il corpo.
Sappiamo che non ci può essere il corpo se prima non è santificato dalla parola.
Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti "da morte a vita".
Tutti coloro, poi, che amministrano così santi ministeri, considerino tra sé, soprattutto quelli che li amministrano senza discrezione, quanto siano miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro.
E da molti viene lasciato in luoghi indecorosi, viene trasportato senza nessun onore e ricevuto senza le dovute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione.
Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta vengono calpestate,perché "l'uomo carnale non comprende le cose di Dio".
Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si consegna nelle nostre mani e noi l'abbiamo a nostra disposizione e ce ne comunichiamo ogni giorno?
Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani ?
Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci;e ovunque troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collocato e lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo prezioso.
Ugualmente, ovunque siano trovati i nomi e le parole scritte del Signore in luoghi sconvenienti, siano raccolte e debbano essere collocate in luogo decoroso.
E sappiamo che è nostro dovere osservare tutte queste norme, sopra ogni altra cosa, in forza dei precetti del Signore e delle costituzioni della Santa Madre Chiesa.
E colui che non si diporterà in questo modo, sappia che dovrà rendere "ragione" al Signore nostro Gesù Cristo "nel giorno del giudizio".
E coloro che faranno ricopiare questo scritto perché esso sia meglio osservato, sappiano che saranno
benedetti dal Signore Iddio.



giovedì 15 giugno 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 166

MEDITAZIONI FRANCESCANE

Servire i poveri, pregare Dio, compiere gesti di libera rinuncia, aiutare gli ammalati, sono tutti mezzi per diventare veri figli del Padre che conosce i cuori. Questo significa vivere sotto lo sguardo di Dio......, ma bisogna guardarsi bene dall'usare questi mezzi per apparire perfetto ai propri occhi o agli occhi degli uomini. L'orgoglio di un tale atteggiamento distruggerebbe il loro valore agli occhi di Dio. Infatti i gesti più alti: la generosità, lo spogliamento, la ricerca di Dio, assumono tutto il loro valore soltanto se noi rinunciamo a misurarli per offrirli solo allo sguardo di Dio. Francesco ammoniva così i suoi frati (FF166): “ Beato quel servo (Mt 24,46) il quale non si inorgoglisce per il bene che il Signore dice e opera per mezzo di lui, più che per il bene che dice e opera per mezzo di un altro. Pecca l'uomo che vuol ricevere dal suo prossimo più di quanto non vuole dare di sé al Signore Dio”.



giovedì 1 giugno 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1611

L'uomo è fatto per la morte? No, risponde Gesù: il  Dio  vivente  vuole  dare  all'uomo  la vita che
scaturisce dalla risurrezione, non la morte! Gesù spiega che la condizione delle persone dopo la morte sarà totalmente diversa dalla condizione attuale. Dopo la morte tutti saranno come angeli in cielo. Non si tratta di un prolungamento della vita terrena, ma dell'inizio di una nuova vita, la vita eterna del cielo. Interroghiamo il nostro cuore sulla verità di Dio che lo abita: pensiamo, seguiamo, cerchiamo, proclamiamo e annunciamo il Dio dei viventi ? Ricordiamoci che il dono più grande che abbiamo ricevuto è la vita e Dio ci chiederà, un giorno, come l'abbiamo vissuta. San Francesco era molto attento all'istruzione dei suoi frati: ”E mio dovere istruire con il comportamento i frati che sono e saranno nell'Ordine, affinché siano senza scusa davanti a Dio, sia in questo che nell'altro mondo”. FF1611.