martedì 28 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1109

Fonti Francescane 1109
(San) Francesco, modello di umiltà, volle che i suoi frati si chiamassero Minori e che i prelati del suo Ordine avessero il nome di ministri. 
In questo modo egli si serviva delle parole contenute nel Vangelo, che aveva promesso di osservare, mentre i suoi discepoli, dal loro stesso nome, apprendevano che erano venuti alla scuola di Cristo umile, per imparare l'umiltà.
Difatti  Cristo  Gesù, il  maestro dell'umiltà, allo scopo di formare i discepoli  all'umiltà  perfetta, disse: 
"Chiunque tra voi vorrà essere il maggiore, sia vostro ministro, e chiunque, tra voi, vorrà essere il primo, sarà vostro servo."



venerdì 24 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 3202

Fonti Francescane 3202

E tutta prostrata in preghiera al Signore, nelle lacrime (santa Chiara a san Damiano) parlò al suo Cristo: 
«Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani di pagani (saraceni) le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? 
Proteggi, Signore, ti prego, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare».
Subito una voce, come di bimbo, risuonò alle sue orecchie dalla nuova arca di grazia: 
«Io vi custodirò sempre!».
«Mio Signore (aggiunse) proteggi anche, se ti piace, questa città, che per tuo amore ci sostenta». 
E Cristo a lei:
«Avrà da sostenere travagli, ma sarà difesa dalla mia protezione».
Allora la vergine, sollevando il volto bagnato di lacrime, conforta le sorelle in pianto: 
«Vi dò garanzia, figlie, che nulla soffrirete di male; soltanto abbiate fede in Cristo!».
Né vi fu ritardo: subito l'audacia di quei cani, rintuzzata, è presa da spavento; e, abbandonando in tutta fretta quei muri che avevano scalato, furono sgominati dalla forza di colei che pregava.
E subito Chiara ammonisce quelle che avevano udito la voce di cui sopra ho parlato, dicendo loro severamente: 
«Guardatevi bene, in tutti i modi, dal manifestare a qualcuno quella voce finché io sono in vita, figlie carissime». 




mercoledì 22 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1239a

Fonti Francescane 1239a

Durante il biennio che seguì alla impressione delle stimmate, egli (san Francesco), come una pietra destinata all'edificio della Gerusalemme celeste, era stato squadrato dai colpi della prova, per mezzo delle sue molte e tormentose infermità, e, come un materiale duttile, era stato ridotto all'ultima perfezione sotto il martello di numerose tribolazioni.

Nell'anno ventesimo della sua conversione, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola, per rendere a Dio lo spirito della vita, là dove aveva ricevuto lo spirito della grazia.




SAN FRANCESCO E LE FONTI 589

 Fonti Francescane 589

Fino da allora dimostrava di amare intensamente i poveri e questi inizi lodevoli lasciavano prevedere cosa sarebbe stato, una volta giunto a perfezione. 
Spesso si spogliava per rivestire i poveri, ai quali cercava di rendersi simile, se non ancora a fatti almeno con tutto l'animo. 
Si recò una volta in pellegrinaggio a Roma, e, deposti, per amore di povertà, i suoi abiti fini, si ricoprì con gli stracci di un povero. 
Si sedette quindi pieno di gioia tra i poveri, che sostavano numerosi nell'atrio, davanti alla chiesa di San Pietro e, ritenendosi uno di essi, mangiò con loro avidamente. Avrebbe ripetuto più e più volte azioni simili, se non gli avessero incusso vergogna i conoscenti. 
Si accostò poi all'altare del Principe degli Apostoli e, stupito delle misere offerte dei pellegrini, gettò là denaro a piene mani. 
Voleva, con questo gesto, indicare che tutti devono onorare in particolare modo colui che Dio stesso ha onorato al di sopra degli altri.




martedì 21 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1930

 Fonti Francescane 1930
Santo Francesco, poiché fu stato alquanti di nel detto luogo, sì si partì e andò alla Città di Castello: ed eccoti molti cittadini che gli menano innanzi una femmina indemoniata per lungo tempo, e sì lo pregano umilmente per la sua liberazione, imperò che ella, or con urli dolorosi, or con crudeli strida, or con latrare canino, tutta la contrada turbava. 
Allora santo Francesco, fatta prima orazione e fatto sopra di lei il segno della santissima croce, comandò al dimonio che si partisse.da lei: e subitamente si parti e lasciolla sana del corpo e dello intelletto.




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SAN FRANCESCO E LE FONTI 386

Fonti Francescane 386

É ora il momento
di concentrare l'attenzione so­prattutto sull'Ordine che Francesco suscitò col suo amore e vivificò con la sua professione.
 
Proprio lui infatti fondò l'Ordine dei frati minori, ed ecco in quale occasione gli diede tale nome. Mentre si scri­vevano nella Regola quelle parole: 
«Siano minori»,
appena l'ebbe udite esclamò:
«Voglio che questa Fraternità sia chiamata Ordine dei frati minori».
E realmente erano «minori»; «sottomessi a tutti» e ricercavano l'ultimo posto e gli uffici cui fosse legata qualche umiliazione, per gettare così.le solide fondamenta della vera umiltà, sulla quale si potesse svolgere l'edificio spirituale di tutte le virtù.



domenica 19 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1145

 Fonti Francescane 1145 .
Considerando che tutte le cose hanno un'origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature per quanto piccole col nome di fratello o sorella: sapeva bene che tutte provenivano, come lui, da un unico Principio.
Tuttavia abbracciava con maggior effusione e dolcezza quelle che portano in sé una somiglianza naturale con la pietosa mansuetudine di Cristo o che la raffigurano secondo il significato loro attribuito dalla Scrittura.
Spesso riscattò gli agnelli che venivano condotti al macello, in memoria di quell'Agnello mitissimo, che volle essere
condotto alla morte per redimere i peccatori.




martedì 14 febbraio 2017

FRANCESCO E LE FONTI 358-359



 Fonti Francescane 358-359
San Francesco predica il Vangelo e annuncia la Pace
Da allora, con grande fervore ed esultanza, egli cominciò a predicare la penitenza, edificando tutti con la semplicità della sua parola e la magnificenza del suo cuore. 
La sua parola era come fuoco bruciante, penetrava nell'intimo dei cuori, riempiendo tutti di ammirazione. 
Sembrava totalmente diverso da come era prima: tutto intento al cielo, disdegnava guardare la terra. 
E, cosa curiosa, iniziò la sua predicazione proprio dove, fanciullo, aveva imparato a leggere, e dove poi ebbe la prima gloriosa sepoltura, così che un felice inizio fu coronato da una fine ancor più lieta.
Insegnò dove aveva imparato e terminò felicemente dove aveva incominciato.
In ogni suo sermone, prima di comunicare la parola di Dio al popolo, augurava la pace, dicendo: 
« Il Signore vi dia la pace! ».
Questa pace egli annunciava sempre sin­ceramente a uomini e donne, a tutti quanti incontrava o venivano a lui. 
In questo modo otteneva spesso, con la grazia del Signore, di indurre i nemici della pace e della propria salvezza, a diventare essi stessi figli della pace e de­siderosi della salvezza eterna.






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sabato 11 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 477

Fonti Francescane 477
La fragilità della condizione umana, che aveva in comune con noi, non lo trattenne nell'osservanza dei precetti comuni; ma, trascinato da un amore intenso, volle camminare la via della perfezione e raggiunse la vetta della più sublime santità e contemplò il termine di tutta la perfezione.
Perciò ogni persona, di qualsiasi condizione, sesso ed età, può trovare in lui limpide direttive di sana dottrina e splendidi esempi di opere virtuose. 
Chi vuole, dunque, metter mano a cose grandi e conquistare i doni più alti della via della perfezione, guardi nello specchio della sua vita e imparerà ogni perfezione. 
Chi invece preferisse un cammino meno arduo e esercizi più modesti, temendo di non farcela a scalare la cima del monte, guardi ancora a lui: vi troverà gli insegnamenti adatti anche a questo grado di vita spirituale. 
Chi infine va alla ricerca di rivelazioni prodigiose e di miracoli, badi alla santità di Francesco e sarà accontentato.



giovedì 9 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1219

 Fonti Francescane 1219
Nel borgo di Sangemini il servo di Dio ricevette ospitalità da un uomo devoto, la cui moglie era tormentata dal demonio. 
Dopo aver pregato, comandò, per virtù d'obbedienza, al demonio di uscire dalla donna e, con l'aiuto della potenza divina, lo costrinse ad una fuga immediata: dimostrazione chiara che l'ostinazione dei demoni non può resistere alla virtù della santa obbedienza.

- A Città di Castello una donna era posseduta  da  uno spirito maligno e furioso: appena  il  Santo  glielo
ebbe ingiunto per obbedienza, il demonio fuggì, pieno di sdegno, lasciando libera nell'anima e nel corpo la povera ossessa.



mercoledì 8 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2155--2156

Fonti Francescane 2155-2156
Frattanto, mentre il pastore è lontano, il lupo rapace tenta di rapire e disperdere il gregge, e ad aprirgli la porta dell ovile sono proprio coloro che più degli altri erano tenuti ad opporsi al suo assalto e a guardarsi dalle insidie di lui. 
Infatti, proprio coloro che erano superiori e sembravano i più prudenti e intelligenti, voltatisi al compiacimento verso le loro idee, e coprendo sotto figura di discrezione la più profonda tiepidezza e infedeltà, incominciarono a insegnare astutamente con parole ed opere una maniera di vita diversa da quella consegnata ad essi e suggerita dal cielo al pastore, avvallandola con detti della Scrittura e con gli esempi di altri religiosi. 
Non capivano che attraverso questa umana prudenza, definita morte dagli apostoli, scavavano la fossa del precipizio a se stessi e fabbricavano il laccio dell'idolatria e l'allontanamento dalla vetta della perfezione promessa.
Giudicavano infatti cosa impossibile quasi, e pericolosa e stolta, imitare e seguire nella semplicità e nell'obbedienza quel Cristo, che in Francesco e per mezzo di Francesco aveva parlato e manifestato la via della vita. 
E come i figli di Israele, dopo l'esodo dall'Egitto e il passaggio del Mar Rosso si erano voltati all'incredulità e al compiacimento della propria sufficienza, reputando un nulla tutte le meraviglie che avevano sperimentato e visto e udito, mentre Dio operava e parlava loro per mezzo di Mosé. 
Cosi costoro, dopo che avevano abbandonato il mondo, rinnegato la propria volontà e abbracciato la vita evangelica della croce, cercavano di persuadere che seguire Cristo nell'umiltà e nell'obbedienza, quel Cristo che parlava e operava attraverso Francesco, I'uomo mandato a loro dal cielo, era una cosa per niente affatto utile a se stessi e agli altri; e perciò giudicarono necessario e giusto e perfino meritorio, trascinare dietro di sé coloro che camminavano nella semplicità e nella fedeltà.
- La loro presunzione e audacia crebbe a tal punto che, quando san Francesco partì per le regioni d'oltremare per visitare i luoghi santi, predicare la fede di Cristo agli infedeli e guadagnarsi la corona del martirio, come abbiamo detto, in molte province trattarono così duramente e crudelmente quanti resistevano ai loro tentativi e alle loro affermazioni e volevano stare attaccati tenacemente agli insegnamenti e agli esempi dei loro padri, che non solo li affliggevano con penitenze ingiuste, ma anche li scacciavano dalla loro compagnia e comunione, come uomini di dubbia fede.
Per la qual cosa molti, e particolarmente i ferventi nello spirito, non venivano da loro ricevuti, come uomini disobbedienti, a differenza degli altri; e perciò, questi, lasciando luogo al furore, vagavano dispersi e pellegrini qua e là, piangendo l'assenza del loro pastore e direttore, e implorando dal Signore con molte lacrime e continue orazioni il suo ritorno.





martedì 7 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 976

Fonti Francescane 976

Penso di dover raccontare quale meraviglioso potere sui demoni abbia avuto il Santo durante la sua vita. 
Una volta, nel paese di San Gimignano, I'uomo di Dio mentre predicava il Regno dei Cieli, fu ospite di una persona timorata di Dio, la cui moglie, come tutti sapevano, era posseduta dal demonio. 
Il beato Francesco fu pregato di intervenire a favore di lei, ma volendo sfuggire l'applauso degli uomini, si rifiutò dall'intervenire. 
Tuttavia, commosso dalle molte preghiere, fece mettere in tre angoli a pregare i tre frati che erano con lui, e nel quarto angolo si mise lui stesso a pregare. 
Terminata la preghiera, si avvicinò con fede alla donna, così terribilmente tormentata, e ordinò al demonio in nome di Gesù Cristo, di andarsene. 
Esso al suo comando si allontanò con rabbia e tanta velocità che l'uomo di Dio credette d'essersi illuso
e, arrossendo, se ne andò di là. Passando un'altra volta in seguito per lo stesso paese, quella donna lo seguiva per la piazza, baciando le orme dei suoi piedi, e chiedendo ad alta voce che si degnasse di parlare con lei. 
Il Santo, assicurato da molti dell'effettiva guarigione di lei, solo allora, acconsentì di parlarle.




SAN FRANCESCO E LE FONTI 969--970

Fonti Francescane 969 - 970

Una nobildonna, di nome Rogata, nella diocesi di Sora, soffriva da ventitrè anni di emorragie; un giorno udì un giovane cantare in lingua volgare i miracoli che Dio aveva operato in quei giorni per mezzo del beato Francesco. 
Mossa da profondo dolore, pianse e incominciò ardente di fede a dire dentro di sé:
"O beatissimo padre Francesco, per il cui merito rifulgono miracoli così grandi, degnati di liberarmi da queste sofferenze! 
Finora un miracolo così grande non hai operato!".
Spesso, infatti, à causa dell'eccessivo flusso di sangue, la donna sembrava prossima a morire; appena cessava, essa si gonfiava in tutto corpo. 
Trascorsi pochi giorni, si ritrovò risanata per i meriti del beatissimo Francesco.
Anche il figlio di lei, di nome Mario, che aveva un braccio rattrappito, appena formulato il voto, fu risanato dal Santo di Dio.                                                                                                                           Una donna della Sicilia, oppressa per sette anni da emorragie, fu risanata allo stesso modo dal vessillifero di Cristo, il beato Francesco.





SAN FRANCESCO E LE FONTI 479

Fonti Francescane 479
Desiderando il beato e venerabile padre Francesco, occuparsi solo di Dio e purificare il suo spirito dalla polvere del mondo che eventualmente l'avesse contaminato nel suo stare con gli uomini, un giorno si ritirò in un luogo di raccoglimento e di silenzio, abbandonando le folle che ogni giorno accorrevano devotamente a lui per ascoltarlo e vederlo. 
Egli era solito dividere e destinare il tempo che gli era concesso, per acquistar grazie, secondo che gli
sembrava più opportuno, una parte per il bene del prossimo, l'altra riservata alla contemplazione solitaria.



sabato 4 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2726

Fonti Francescane 2726

Invero, sebbene la vita di lui, così santa, operosa e luminosa, sia stata sufficiente per lui per
conquistare la compagnia della Chiesa trionfante, tuttavia, poiché la Chiesa militante, che vede soltanto il volto esteriore, non presume di giudicare di sua propria autorità quelli che non sono della sua casa (foro), per presenta
rli alla venerazione basandosi solo sulla loro vita, soprattutto perché qualche volta l'angelo di Satana si trasforma in angelo di luce; l'Onnipotente e misericordioso Iddio, per grazia del quale il predetto servo di Cristo servì a lui degnamente e con lode, non soffrendo che una lucerna così meravigliosa stesse nascosta sotto il moggio, ma volendo collocarla sul candelabro, per offrire il ristoro della sua luce a tutti quelli che sono nella casa, ha dichiarato con molteplici e grandiosi miracoli che la vita di lui gli era stata gradita e che la sua memoria doveva essere venerata nella Chiesa militante.



venerdì 3 febbraio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 583-584a

 Fonti Francescane 583-584a

Il servo e amico dell'Altissimo, Francesco, ebbe questo nome dalla divina Provvidenza, affinché per la sua originalità e novità si diffondesse più facilmente in tutto il mondo la fama della sua missione.
La madre lo aveva chiamato Giovanni, quando rinascendo dall'acqua e dallo Spirito Santo, da figlio d'ira era divenuto figlio della grazia.
Specchio di rettitudine, quella donna presentava nella sua condotta, per così dire, un segno visibile della sua virtù.
Infatti, fu resa partecipe, come privilegio, di una certa somiglianza con l'antica santa Elisabetta, sia per il nome imposto al figlio, sia anche per lo spirito profetico. 
Quando i vicini manifestavano la loro ammirazione per la generosità d'animo e l'integrità morale di Francesco, ripeteva, quasi divinamente ispirata: 
« Cosa pensate che diverrà, questo mio figlio?
Sappiate, che per i suoi meriti diverrà figlio di Dio».
In realtà, era questa l'opinione anche di altri, che apprezzavano Francesco, già grandicello, per alcune sue inclinazioni molto buone. 
Allontanava da sé tutto ciò che potesse suonare offesa a qualcuno e, crescendo con animo gentile, non sembrava figlio di quelli che erano detti suoi genitori.
Perciò il nome di Giovanni conviene alla missione che poi svolse, quello invece di Francesco alla sua fama, che ben presto si diffuse ovunque, dopo la sua piena conversione a Dio.
Al di sopra della festa di ogni altro santo, riteneva solennissima quella di Giovanni Battista, il cui nome insigne gli aveva impresso nell'animo un segno di arcana potenza.
Tra i nati di donna non sorse alcuno maggiore di quello, e nessuno più perfetto di questo tra i fondatori di Ordini religiosi. 
È una coincidenza degna di essere sottolineata.
Giovanni profetò chiuso ancora nel segreto dell'utero materno, Francesco predisse il futuro da un carcere terreno, ignaro ancora del piano divino.