giovedì 16 giugno 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 111







A Gesù presente nelle chiese
Ti adoriamo
Signore Gesù Cristo,
in tutte le chiese
che sono nel mondo intero
e ti benediciamo,
poiché con la tua Santa Croce
hai redento il mondo.
San Francesco d'Assisi (FF 111)

martedì 14 giugno 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 354-357

F.F. 354-357 
. Smesso l'abito secolare e restaurata la predetta chiesa, il servo di Dio, si portò in un altro luogo vicino alla città di Assisi e si mise a riparare una seconda chiesa in rovina, quasi distrutta, non interrompendo la buona opera iniziata, prima d'averla condotta completamente a termine.
Poi si trasferì nella località chiamata la Porziuncola, do­ve c'era un'antica chiesa in onore della Beata Vergine Ma­dre di Dio, ormai abbandonata e negletta.
Vedendola in quel misero stato, mosso a compassione, anche perché ave­va grande devozione per la Madre di ogni bontà, il Santo vi stabilì la sua dimora e terminò di ripararla nel terzo anno della sua conversione.
L'abito che egli allora portava era simile a quello degli eremiti, con una cintura di cuoio, un bastone in mano e sandali ai piedi.
Ma un giorno in cui in questa chiesa si leggeva *il brano del Vangelo relativo al mandato affidato agli Apo­stoli* di predicare, il Santo, che ne aveva intuito solo il senso generale, dopo la Messa, pregò il sacerdote di spie­gargli il passo.
Il sacerdote glielo commentò punto per pun­to, e Francesco, udendo che *i discepoli di Cristo non devono possedere né oro, né argento, né denaro, né portare bisaccia, né pane, né bastone per via, né avere calzari, né due tonache, ma soltanto predicare il Regno di Dio e la penitenza,* subito, esultante di spirito Santo, esclamò:
*« Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!»*
S'affretta allora il padre santo, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento; non sopporta indugio alcuno a mettere in pratica fedelmente quanto ha sentito: si scioglie dai piedi i calzari, abbandona il suo bastone, si accontenta di una sola tunica, sostituisce la sua cintura con una corda.
Da quell'istante confeziona.per sé una veste che riproduce l'immagine della croce, per tener lontane tutte le seduzioni del demonio; la fa ruvidissima, per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi e peccati, e talmente povera e grossolana da rendere impossibile al mondo invidiargliela!
Con altrettanta cura e devozione si impegnava a compiere gli altri insegnamenti uditi.
Egli infatti non era mai stato un ascoltatore sordo del Vangelo, ma, affidando ad una encomiabile memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo alla lettera.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1800







                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         F.F. 1800
Dopo che il beato Francesco ebbe composto le Lodi delle creature, che chiamò Cantico di frate sole, avvenne che tra il vescovo e il podestà di Assisi scoppiasse una grande discordia, al punto che il vescovo scomunicò il podestà e questi fece proclamare dai banditori che nessuno vendesse nulla al vescovo e nulla da lui comprasse o facesse con lui contratto alcuno.
Francesco era gravemente malato. Venuto a sapere di questa rottura, fu mosso a pietà per loro, massime perché nessuno si interponeva per fare la pace.
Disse quindi ai suoi compagni:
« E gran vergogna per noi. servi di Dio, che il vescovo e il podestà nutrano tanto odio l'uno per l'altro, e nessuno si prenda cura di ristabilire la pace tra loro ».
Così, aggiunse una nuova strofa alle Lodi in quella, circostanza, cioè:

Laudato si, mi Signore per quelli ke perdonano per lo tuo amore et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli kel sosterranno in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.*
Poi chiamò uno dei compagni e gli disse:
Vai dal podestà, e digli da parte mia, che lui con i notabili della città e quanti gli riesce di radunare, venga all'episcopio". 
E mentre quel frate si avviava, disse agli altri due compagni: « Andate alla presenza del vescovo e sei podestà e alle persone che sono con loro, e cantate il *Cantico di frate Sole*
Confido nel Signore che il canto toccherà loro il cuore, ed essi torneranno all'affetto e all'amicizia di una volta »

SAN FRANCESCO E LE FONTI 56


F.F.56 
O frati tutti, riflettiamo attentamente che il Signore dice: 
*«Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano»(Mt 5,44)*, poiché il Signore nostro Gesù Cristo, di cui dobbiamo seguire le orme , chiamò amico il suo traditore e si offrì spontaneamente ai suoi crocifissori. 
Sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori e sofferenze, martirio e morte, e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 158 e...

*Ammonizioni,IX*
 F.F. 158
*Amare i nemici*
Dice il Signore:
*"Amate i vostri nemici [e fate del bene a quelli che vi odiano, e pregate per quelli che vi perseguitano e vi calunniano]".*
Infatti, veramente ama il suo nemico colui che non si duole per l'ingiuria che quegli gli fa, ma brucia nel suo intimo, per l'amore di Dio, a motivo del peccato dell'anima di lui.
E gli dimostri con le opere il suo amore.
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*Lettera a tutti i Fedeli, VII*
 F.F.195-196
*DELL'AMORE VERSO I NEMICI*
Dobbiamo avere in odio i nostri corpi con i vizi e i peccati, poiché il Signore dice nel Vangelo:
Tutte le cose cattive, i vizi e i peccati escono dal cuore.
*Dobbiamo amare i nostri nemici e fare del bene a coloro che ci odiano.* Dobbiamo osservare i precetti e i consigli del Signore nostro Gesù Cristo. Dobbiamo anche rinnegare noi stessi e porre i nostri corpi sotto il giogo del servizio e della santa obbedienza, così come ciascuno ha promesso al Signore.
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*Parafrasi al Pater Noster,17*
 F.F.273 
*Come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6,12)* :
e quello che non sappiamo pienamente perdonare, tu, *Signore, fa’ che pienamente perdoniamo sì che, per amor tuo, amiamo veramente i nemici (Cfr. Mt 5,44)* e devotamente intercediamo presso di te, *non rendendo a nessuno male per male* e impegnandoci in te ad essere di giovamento a tutti.
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*Regola Bollata,X*
 F.F.103-104 
Ammonisco, poi, ed esorto nel Signore Gesù Cristo, che si guardino i frati da ogni superbia, vana gloria, invidia, avarizia , cure o preoccupazioni di questo mondo , dalla detrazione e dalla mormorazione.
E coloro che non sanno di lettere, non si preoccupino di apprenderle, ma facciano attenzione che ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, di pregarlo sempre con cuore puro e *di avere umiltà, pazienza nella persecuzione e nella infermità, e di amare quelli che ci perseguitano e ci riprendono e ci calunniano,* poiché dice il Signore:
" *Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano e vi calunniano* ;
*beati quelli che sopportano persecuzione a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli*
E chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo" .
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*Bolla di Papa Innocenzo , X*
(Regola di Santa Chiara)
 F.F. 2811 
E quelle che non sanno di lettere, non si curino di apprenderle, ma attendano a ciò che soprattutto debbono desiderare:
avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, a pregarlo sempre con cuore puro e ad *avere umiltà, pazienza nella tribulazione e nella infermità, e ad amare quelli che ci perseguitano, riprendono e accusano,* perché dice il Signore:
*"Beati quelli che soffrono persecuzione a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli.*
Chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo "

mercoledì 8 giugno 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1624

E' LA PREGHIERA CHE SALVA
1624 71. Diceva ancora: « Ci sono molti frati che giorno e notte mettono tutta la loro passione e preoccupazione nell'acquistare la scienza, trascurando la loro santa vocazione e la devota orazione. E annunziando il Vangelo a qualche persona e al popolo, nel vedere o nel sentire che alcuni ne sono rimasti edificati o convertiti a penitenza, diventano tronfi e montano in superbia per risultati ottenuti da fatica altrui . Invero, coloro che essi si illudono d'avere edificato o convertito a penitenza con i loro discorsi, è il Signore che li edifica e converte grazie alle orazioni dei frati santi, anche se questi ultimi lo ignorano: è la volontà di Dio, questa, che non se ne accorgano, per non insuperbire. Questi frati sono i miei cavalieri della tavola rotonda, che si nascondono in luoghi appartati e disabitati, per impegnarsi con più fervore nella preghiera e nella meditazione, piangendo i peccati propri e altrui. La loro santità è nota a Dio, mentre talvolta rimane
sconosciuta agli altri frati e alla gente. E quando le loro anime saranno presentate al Signore dagli angeli, allora Dio mostrerà loro il frutto e il premio delle loro fatiche, cioè le molte anime salvatesi grazie alle loro preghiere. E dirà:--Figli, ecco, queste anime sono salve in virtù delle vostre orazioni. Poiché siete stati fedeli nel poco, vi darò potere su molto ».Così Francesco commentava quella parola della Scrittura: La sterile ha partorito molti figli, e quella che ne aveva molti si è avvizzita. « La sterile è il religioso fervente, che edifica sé e gli altri con le sue sante orazioni e virtù ». Ripeteva spesso queste parole ai frati, nelle sue istruzioni, soprattutto nel Capitolo che si teneva presso la chiesa di Santa Maria della Porziuncola alla presenza dei ministri e degli altri frati. Egli ammaestrava tutti i frati ministri e predicatori a bene usare i carismi ricevuti. Diceva che non dovevano a causa del superiorato o dell'impegno di predicazione tralasciare a nessun costo la santa devota orazione, I'andare per elemosina e il lavorare con le loro mani come gli altri frati al fine di dare il buon esempio e a profitto delle anime proprie e altrui. Aggiungeva: « I frati sudditi sono molto edificati al vedere i loro ministri e i predicatori darsi con gioia alla preghiera, mostrarsi modesti e umili ». Da fedele seguace di Cristo, finché fu in salute, Francesco realizzò sempre in se stesso
quanto insegnava ai suoi fratelli.




SAN FRANCESCO E LE FONTI 1413

FF1413
Una volta andava solingo nei pressi della chiesa di Santa Maria della Porziuncola, piangendo e lamentandosi a voce alta. Un uomo pio, udendolo, suppose ch'egli soffrisse di qualche malattia o dispiacere e, mosso da compassione, gli chiese perché piangeva così. Disse Francesco: "Piango la passione del mio Signore. Per amore di lui non dovrei vergognarmi di andare gemendo ad alta voce per tutto il mondo". Allora anche l'uomo devoto si unì al lamento di Francesco. Spesso, alzandosi dall'orazione, aveva gli occhi che parevano pieni di sangue, tanto erano arrossati a forza di piangere. E non si limitava alle lacrime, ma, in memoria delle sofferenze di Cristo, si asteneva dal mangiare e dal bere.



SAN FRANCESCO E LE FONTI 1051

 F.F. 1051 
Nella chiesa della *Vergine Madre di Dio* dimorava, dunque, il suo servo (san) Francesco e supplicava insistentemente con gemiti continui *Colei che concepì il Verbo* pieno di grazia e di verità, perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della Misericordia* ottenne con i suoi meriti che lui stesso concepisse e partorisse lo Spirito della Verità evangelica... Mentre un giorno ascoltava devotamente la messa degli Apostoli, sentì recitare il brano del Vangelo in cui Cristo, inviando i discepoli a predicare, consegna loro la forma di vita evangelica, dicendo: 
"Non tenete né oro né argento né denaro nelle vostre cinture, non abbiate bisaccie da viaggio, né due tuniche né calzari, né bastone."

SAN FRANCESCO E LE FONTI 868

 F.F. 868 

Nella città di Sessa (Aurunca), nel borgo che passa sotto il nome « Le Colonne », il traditore delle anime e l'assassino dei corpi, il diavolo, abbatté una casa, facendola crollare; egli aveva tentato di uccidere molti fanciulli che si divertivano allegramente attorno alla casa, ma riuscì ad inghiottire soltanto un giovinetto, che al crollo della casa fu ucciso sul colpo. Uomini e donne, sorpresi dal fracasso della casa che crollava, accorsero da ogni parte e togliendo qua e là le travature, riportarono il figlio ormai esanime all'infelice madre. Essa, graffiandosi il volto e strappandosi i capelli, rotta da amari singhiozzi, e tutta in lacrime, gridava con tutte le sue forze:«O san Francesco, san Francesco, rendimi mio figlio!». E non solo essa, ma tutti i circostanti, sia uomini che donne, amaramente singhiozzando gridavano: «San Francesco, rendi il figlio all'infelice madre!». Dopo un'ora, la madre riavendosi tra i sospiri da tanto dolore, pronunciò questo voto: «O san Francesco, restituisci a me, così infelice, il figlio mio, ed io ornerò il tuo altare con un filo d'argento e lo adornerò con una tovaglia nuova, e accenderò candele tutto intorno alla tua chiesa !».Il cadavere fu deposto sul letto, poiché ormai notte, in attesa di seppellirlo il giorno dopo. 





Verso la mezzanotte, pero, il giovane cominciò a sbadigliare, e mentre gli si andavano riscaldando gradatamente le membra, prima che albeggiasse, rinvenne del tutto, e proruppe in esclamazione di lode. Tutto il popolo e il clero, vedendolo sano e salvo, rivolsero ringraziamenti al beato Francesco.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1977

 F.F. 1977
« Così, innamorato della tua bellezza, il Figlio dell' Altissimo Padre , a te sola si unì strettamente nel mondo e ti conobbe per prova fedelissima in ogni cosa.Prima ancora che dallo splendore della sua patria Egli venisse sulla terra tu gli preparasti una abitazione degna, un trono su cui assidersi e un talamo dove riposare, cioè la *Vergine poverissima dalla quale Egli nacque a risplendere su questo mondo. 




A lui appena nato con sollecitudine corresti incontro, perché egli trovasse in te, e non nelle mollezze, un posto che gli fosse gradito. Fu deposto, dice l'evangelista, in una mangiatoia, perché non c'era posto per lui nell'albergo. Allo stesso modo, senza mai separarti da lui, l'hai sempre accompagnato, tanto che In tutta la sua vita, quando apparve sulla terra e visse fra gli uomini, mentre le volpi avevano le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, egli però non aveva dove posare il capo. E in seguito quando egli, che un tempo aveva dischiuso la bocca dei profeti, aprì la sua bocca per insegnare, te per prima volle lodare, te per prima esaltò con le parole: "Beati i poveri in ispirito, perché di essi è il regno dei cieli".

SAN FRANCESCO E LE FONTI 514

 F.F. 514 
Mi si lasci, dunque, esclamare così: 
«Quanto glorioso è questo Santo (Francesco), di cui un discepolo contemplò l'anima ascendere in cielo. *Bella come la luna, splendente come il sole*, mentre ascendeva raggiava di gloria in mezzo ad una nube candida. 
O vera luce del mondo, che rifulgi più del sole nella Chiesa di Cristo*, già ci hai nascosto i tuoi raggi e, ritirandoti nella splendida patria celeste, hai scambiato la nostra compagnia di miseri mortali con quella degli angeli e dei beati ! 
O insigne specchio della nostra religione, non deporre con la tua carne mortale la cura dei tuoi figli.
Tu sai bene in quali pericoli li hai lasciati, ora che nelle innumerevoli fatiche e nelle frequenti prove non ci sei più tu che con la tua benevola presenza in ogni momento li confortavi e li rianimavi.
O padre santissimo, veramente misericordioso, sempre pronto alla compassione e al perdono per i tuoi figli erranti !
Ti benediciamo, dunque, padre amoroso, unendo la nostra alla benedizione dell'Altissimo, il quale è sempre Dio benedetto su tutte le cose.  Amen.



SAN FRANCESCO E LE FONTI preghiera


...Se vuoi sopportare con pazienza le avversità e le miserie di questa vita, sii uomo di preghiera...
Se vuoi conseguire virtù e forza per vincere le tempeste del nemico, sii uomo di preghiera...
Se vuoi mortificare la tua volontà con tutte le sue passioni e i suoi desideri, sii uomo di preghiera. 
Se vuoi conoscere le astuzie di satana e difenderti dai suoi inganni, sii uomo di preghiera.
Se vuoi vivere lietamente e procedere dolcemente la strada della penitenza e dell' affanno, sii uomo di preghiera. .. (...)
Infine se vuoi sradicare dalla tua anima tutti i vizi e piantare al loro posto le virtù, sii uomo di preghiera. .
Poiché nella preghiera si riceve l'unzione e la grazia. (S. Francesco d'Assisi)





SAN FRANCESCO E LE FONTI 1241

 F.F. 1241 
Finalmente, avvicinandosi il momento del suo transito, fece chiamare intorno a sé tutti i frati del luogo e, consolandoli della sua morte *con espressioni carezzevoli li esortò con paterno affetto all'amore di Dio. Si diffuse a parlare sulla necessita di conservare la pazienza, la povertà, la fedeltà alla santa Chiesa romana, ma ponendo sopra tutte le altre norme il santo Vangelo.
Mentre tutti i frati stavano intorno a lui, stese sopra di loro le mani, intrecciando le braccia in forma di croce (giacché aveva sempre amato questo segno) e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso.
Inoltre aggiunse ancora:
« State saldi, o figli tutti, nel timore del Signore e perseverate sempre in esso! E, poiché sta per venire la tentazione e la tribolazione, *beati coloro che persevereranno nel cammino iniziato ! Quanto a me, mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla Sua grazia! ».



SAN FRANCESCO E LE FONTI 1618-19

DALLA LEGGENDA PERUGINA 1618-19

1618 Fu rivelato a Francesco che il suo movimento doveva chiamarsi dei frati minori, e così fece scrivere nella prima Regola, che portò a Innocenzo III, e il Papa gliela approvò e concesse; e in seguito il Papa annunciò questa sua decisione a tutti nel Concilio. Il Signore rivelò a Francesco anche il saluto che i frati dovevano dare, come ricorda nel suo Testamento: « Il Signore mi rivelo che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace ! » .
1619 Nei primordi dell'Ordine, mentre Francesco era in cammino con uno dei primi dodici frati, questi salutava uomini e donne che incontrava lungo la strada o vedeva nei campi con le parole: « Il Signore vi dia pace! ». La gente, che finallora non aveva mai udito un religioso salutare con quella formula, si mostrava stupita. C'erano anzi di quelli che ribattevano indispettiti: « Cosa vorrebbe dire questo nuovo genere di saluto? ». Il frate ci rimase male e disse a Francesco: « Fratello, permettimi di usare un altro saluto». Ma il Santo osservò: <<Lasciali dire, perché non intendono le cose di Dio. Tu non provare vergogna per le loro reazioni, poiché io ti dico, fratello, che perfino i nobili e i principi di questo mondo avranno reverenza per te e gli altri frati in grazia di questo saluto ».Disse ancora: « Non è meraviglioso, che Dio abbia voluto avere un piccolo popolo, fra
tutti gli altri venuti prima, che sia felice di possedere Lui solo, altissimo e glorioso?».







venerdì 3 giugno 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 142


FF142
Perciò tutti coloro che videro il Signore Gesù secondo l'umanità, ma non videro né credettero, secondo
 lo spirito e la divinità, che egli è il vero Figlio di Dio, sono condannati. E così ora tutti quelli che vedono il sacramento, che viene santificato per mezzo delle parole del Signore sopra l'altare nelle mani del sacerdote, sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo spirito e la divinità, che è veramente il santissimo corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati, perché è l'Altissimo stesso che ne dà testimonianza, quando dice: " Questo è il mio corpo e il mio sangue della nuova alleanza [che sarà sparso per molti"], e ancora: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna".



giovedì 2 giugno 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 848



FF848
25. Mentre il beato Francesco era in un eremo. come al solito lontano dagli uomini e dal loro parlare, un falco che aveva il nido in quel luogo si legò a lui con grande patto d'amicizia. Infatti di notte, quando il Santo era solito alzarsi per i divini uffici, il falco lo anticipava sempre col suo canto e schiamazzo. La cosa era molto gradita al Santo, poiché con tanta sollecitudine lo scuoteva da ogni indugio. Quando però il Santo più del solito era disturbato da qualche malessere, il falco si tratteneva e non cominciava così presto le sue veglie. Come istruito da Dio, verso l'alba suonava la campana della sua voce con tocco leggero. Nessuna meraviglia dunque, se anche tutte le altre creature venerano un così grande amante del Creatore.

mercoledì 1 giugno 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2096-2097





FF.2096-2097
Perciò si dice che godeva dell'aspetto grazioso col quale si vedeva guardato da Cristo sotto figura di Serafino, aggiungendo che Colui che gli era apparso gli aveva rivelato cose che non avrebbe detto a nessuno finché era in vita. 
Certamente erano, queste, parte di quei grandi misteri divini che le orecchie umane non possono pienamente capire.
Riguardo al terzo dono è scritto:
E il nome della città, ecc., perché allora fu a lui promesso che il suo Ordine sarebbe durato fino alla fine del mondo e gli fu rivelata la morte e la resurrezione della sua Regola.
E udii una cosa meravigliosa, che affermo senza nessuna temerità, ma la racconto devotamente ai soli devoti. Ho udito, dunque, dal santo uomo frate Corrado e da molti altri degni di fede, che il beato Francesco dopo la sua glorificazione in cielo, rivelò al santo frate Leone, (e si dice sia stato rivelato anche ad alcuni altri), che in questa apparizione Cristo predisse a Francesco le tribolazioni del suo Ordine e della Chiesa e la condanna e corruzione delle sua Regola e così grande confusione delle menti degli uomini spirituali e dei suoi figli,a motivo della universale contestazione di questa Regola, che per loro conforto e luce il piissimo Gesù l'avrebbe *risuscitato* nel suo corpo glorioso e l'avrebbe fatto apparire visibilmente ai predetti suoi figli. 
Che sarà di questa predizione, si può aspettarlo devotamente, ma non farla propria temerariamente; tuttavia la ragione può suffragare assai la devozione: come Francesco fu in modo tutto singolare simile a Cristo Gesù, quanto alla somiglianza della passione, così potrebbe esserlo anche, più di tutti gli altri, nell'anticipazione della resurrezione, e soprattutto per rafforzare la fede e la verità della vita evangelica, che ha voluto rinnovare in Francesco, la quale soffre da parte della Chiesa carnale in quegli stessi modi (come si vedrà più sotto) nei quali soffrì la persona di Cristo da parte della sinagoga, e perciò risorgerà in Francesco che risorge.

SAN FRANCESCO E LE FONTI 57

Così san Francesco ammoniva i suoi frati: "E dobbiamo avere in odio il nostro corpo con i suoi vizi e peccati, poiché quando noi viviamo secondo la carne, il diavolo vuole toglierci l'amore del [Signore nostro] Gesù Cristo e la vita eterna e vuole perdere se stesso con tutti nell'inferno; poiché noi per colpa nostra siamo ignobili, miserevoli e contrari al bene, pronti invece e volonterosi al male, perché, come dice il Signore nel Vangelo: "Dal cuore procedono ed escono i cattivi pensieri, gli adulteri, le fornicazioni, gli omicidi, i furti, la cupidigia, la cattiveria, la frode, la impudicizia, l'invidia, le false testimonianze, la bestemmia, [la superbia], la stoltezza, Tutte queste cose cattive procedono dal di dentro del cuore dell'uomo, e sono queste cose che contaminano l'uomo".Ora invece, da che abbiamo abbandonato il mondo, non abbiamo da fare altro che seguire la volontà del Signore e piacere unicamente a Lui. FF57
Cuore divino di Gesù, aiutaci ad avere un cuore simile al tuo !