F.F. 1343
Contando, da allora, sulla grazia che viene dall'alto e sull'autorità del Pontefice,
Francesco affrontò con molta fiducia il cammino verso la valle Spoletana, deciso a realizzare coi fatti e ad insegnare con la parola la verità della perfezione evangelica, che aveva concepita nella mente e promessa in voto con la professione.
Mosse, inoltre, con i compagni la questione se dovevano vivere abitualmente in mezzo alla gente o appartarsi nei luoghi solitari.
Dopo aver indagato con l'insistenza della preghiera quale fosse il volere divino su questo punto, *fu illuminato dal responso di una rivelazione celeste* e comprese che egli era stato inviato da Dio a questo scopo: guadagnare a Cristo le anime, che il diavolo si sforza di rapire.
Stabilì, perciò, che bisognava scegliere di vivere per tutti, piuttosto che per sé solo.
Si raccolse con i frati in un tugurio abbandonato,vicino ad Assisi , per viverci con tutti i rigori della vita religiosa, secondo la norma della santa povertà e predicare alle popolazioni la parola di Dio, secondo l'opportunità del tempo e del luogo.
Divenuto, dunque *araldo del Vangelo*, si aggirava per città e paesi, annunciando il regno di Dio non con il linguaggio dotto della sapienza umana, ma nella potenza dello Spirito Santo:
*il Signore dirigeva quel parlatore con rivelazioni anticipatrici e confermava la sua parola con i prodigi che la accompagnavano.
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