sabato 21 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1095

 F.F. 1095 
Benché, poi, con tutte le sue forze stimolasse i frati ad una vita austera, pure non amava quella severità intransigente che non riveste viscere di pietà e non è condita con il sale della discrezione.

Un frate, a causa dei digiuni eccessivi, una notte non riusciva assolutamente a dormire, tormentato com'era dalla fame. Comprendendo il pietoso pastore che la sua pecorella si trovava in pericolo, chiamò il frate, gli mise davanti un po' di pane e, per evitargli il rossore, incominciò a mangiare lui per primo, mentre con dolcezza invitava l'altro a mangiare.
Il frate scacciò la vergogna e prese il cibo con grandissima gioia, giacché, con la sua vigilanza e la sua accondiscendenza, il Padre gli aveva evitato il danno del corpo e gli aveva offerto motivo di grande edificazione.
Al mattino, I'uomo di Dio radunò i frati e, riferendosi a quanto era successo quella notte, aggiunse questo provvido ammonimento:
" A voi, fratelli, sia di esempio non il cibo, ma la carità ".
Li ammaestrò, poi, a seguire sempre nella corsa alla virtù, la discrezione che ne è l'auriga; non la discrezione consigliata dalla prudenza umana, ma quella insegnata da Cristo con la sua vita santissima, che certamente è il modello dichiarato della perfezione.

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