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SAN FRANCESCO PREDICA CRISTO ALLA PRESENZA DEL SULTANO DI EGITTO.
Grande sogno di San Francesco era quello di recarsi in Terra Santa. Riesce a realizzarlo nell'estate del 1219 quando parte per la terra Santa al seguito della quinta crociata. La situazione non era certo la più propizia per poter visitare i luoghi simbolo della cristianità e difattiFrancesco non avrà la possibilità di pregare in questi luoghi, ma di questo ne era ben consapevole ancor prima di partire. Ma non parte neanche con l'idea di andare a guerreggiare ed uccidere per liberare Gerusalemme dagli infedeli. Francesco intraprende questo viaggio con scopi "diplomatici", per cercare di trovare una soluzione che ponesse fine a quell'infinito e sanguinoso conflitto iniziato più di cento anni prima e che sarebbe continuato per tutto il Duecento.
Accompagnato da Frate Illuminato, nell'autunno del 1219 Francesco riuscì a farsi ricevere dal Sultano d'Egitto Malek al-Kamil. Non esiste una documentazione su cosa i due si possano esser detti, comunemente si dice che Francesco abbia pregato e cercato di convertire il Sultano (come riporta anche la didascalia di questo dipinto di Bacci). Francesco sapeva che ciò non era possibile, cerca piuttosto di trovare un compromesso che sembra fosse stato raggiunto: i luoghi simbolo della cristianità sarebbero stati consegnati ai cristiani e sarebbe stato reso libero il pellegrinaggio a questi. Il Sultano sarebbe stato colpito dalla figura di questo giovane di Assisi e dai buoni propositi che lo accompagnavano e si dice lo abbia "coperto" di doni alla sua partenza. Tornato all'accampamento dei Crociati, Francesco riferisce del compromesso raggiunto, ma questi non lo accettano e preferiscono continuare la sanguinosa e infruttuosa battaglia.
La delusione per questo "fallimento" per la caparbietà dimostrata dai cristiani e la malattia agli occhi contratta sembra in questo periodo in oriente segneranno gli anni a venire della vita di Francesco che rientrerà ad Assisi nell'estate del 1220. Qui troverà altre delusioni perché in sua assenza il suo ordine non rispettava più la "regola" ed erano sorte "normali" lotte interne di supremazia. Francesco, con l'aiuto del Cardinale Ugolino dei Conti dei Segni, riuscirà a riportare ordine.
FF 424 Vita Prima di Tommaso da Celano
CAPITOLO XXI
FRANCESCO PREDICA AGLI UCCELLI
E TUTTE LE CREATURE GLI OBBEDISCONO
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58. Mentre, come si è detto, il numero dei frati andava aumentando, Francesco percorreva la valle Spoletana.
Giunto presso Bevagna, vide raccolti insieme moltissimi uccelli d'ogni specie, colombe, cornacchie e " monachine ". Il servo di Dio, Francesco, che era uomo pieno di ardente amore e nutriva grande pietà e tenero amore anche per le creature inferiori e irrazionali, corse da loro in fretta, lasciando sulla strada i compagni. Fattosi vicino, vedendo che lo attendevano, li salutò secondo il suo costume. Ma notando con grande stupore che non volevano volare via, come erano soliti fare, tutto felice, li esortò a voler ascoltare la parola di Dio. E tra l'altro disse loro: "Fratelli miei uccelli, dovete lodare molto e sempre il vostro Creatore perché vi diede piume per vestirvi, ali per volare e tutto quanto vi è necessario. Dio vi fece nobili tra le altre creature e vi concesse di spaziare nell'aria limpida: voi non seminate e non mietete, eppure Egli vi soccorre e guida, dispensandovi da ogni preoccupazione". A queste parole, come raccontava lui stesso e i frati che erano stati presenti, gli uccelli manifestarono il loro gaudio secondo la propria natura, con segni vari, allungando il collo, spiegando le ali, aprendo il becco e guardando a lui. Egli poi andava e veniva liberamente in mezzo a loro, sfiorando con la sua tonaca le testine e i corpi. Infine li benedisse col segno di croce dando loro licenza di riprendere il volo. Poi anch'egli assieme ai suoi compagni riprese il cammino, pieno di gioia e ringraziava il Signore, che è venerato da tutte le creature con sì devota confessione.
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