mercoledì 20 maggio 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2200-2209


GIACOMO DA VITRY 

A ) LETTERA SCRITTA NELL' OTTOBRE 1216,
DA GENOVA 


2200 1. Ai suoi amici carissimi, Giacomo, umile ministro della chiesa di Acri (Accon), con l'aiuto della divina misericordia, augura l'eterna salvezza nel Signore. 

2. . . . . .


2201 3. Dopo queste cose ( scampato alla furia del fiume in piena), arrivai nella città di Milano, che è un vero covo di eretici.
Mi fermai alcuni giorni e predicai la parola di Dio in luoghi diversi. A stento si trova qualcuno, in tutta la città, che abbia il coraggio di resistere agli eretici, ad eccezione di certi santi uomini e di donne religiose, che i secolari chiamano, non senza una certa malizia, « patarini». Ma dal Sommo Pontefice, che ha concesso loro l'autorizzazione a predicare e a combattere gli eretici (e che ha anche approvato la loro Congregazione), sono chiamati « Umiliati ». Costoro, rinunciando a tutti i loro beni, si radunano insieme in diversi luoghi, vivono col lavoro delle loro mani, frequentemente predicano la divina parola e volentieri la ascoltano, e sono perfetti e fermi nella fede, efficaci nelle opere. Questa « religione » si è tanto diffusa nella diocesi milanese, che si possono contare ben 150 congregazioni conventuali di uomini da una parte, e di donne dall'altra, senza contare quelli che rimangono nelle loro case.

2202 4. Partito di qui, arrivai a Perugia. Trovai papa Innocenzo morto, ma non ancora sepolto. Nella notte i ladri avevano spogliato la sua salma di tutte le vesti preziose, lasciando il suo corpo quasi nudo e già in putrefazione nella chiesa. Io poi entrai nella chiesa e conobbi con piena fede quanto sia breve la gloria ingannatrice di questo mondo. Il giorno dopo i funerali, i cardinali elessero Onorio ( 18 luglio 1216), uomo di età avanzata e pio, semplice e molto mite, che aveva distribuito ai poveri quasi tutto il suo patrimonio. La domenica dopo l'elezione, fu consacrato Sommo Pontefice. 

2203 5. Io poi, la domenica seguente (31 luglio), ricevetti la consacrazione episcopale... ( parla della familiarità del Papa con lui, dei ripetuti colloqui e delle facoltà ottenute particolarmente quella di poter predicare ovunque; passa poi a discorrere dei preparativi della spedizione per Acri). 

6. . . . . . .

2204 7. Avendo frequentato per qualche tempo la Curia, vi ho trovato parecchie cose contrarie al mio spirito. Tutti erano così occupati nelle cose temporali e mondane, in questioni di re e di regni, in liti e processi, che appena permettevano che si parlasse di qualche argomento di ordine spirituale. 

2205 8. Ho trovato però, in quelle regioni, una cosa che mi è stata di grande consolazione: delle persone, d'ambo i sessi, ricchi e laici, che, spogliandosi di ogni proprietà per Cristo, abbandonavano il mondo. Si chiamavano frati minori, e sorelle minori e sono tenuti in grande considerazione dal Papa e dai cardinali. 
Questi non si impicciano per nulla delle cose temporali, ma invece, con fervoroso desiderio e con veemente impegno, si affaticano ogni giorno per strappare dalle vanità mondane le anime che stanno per naufragare e attirarle nelle loro file. E, per grazia divina, hanno già prodotto grande frutto e molti ne hanno guadagnati così che chi li ascolta invita gli altri: vieni, e vedrai coi tuoi occhi. 

2206 9. Costoro vivono secondo la forma della Chiesa primitiva, della quale è scritto: «la moltitudine dei credenti era un cuore solo e un'anima sola ». Durante il giorno entrano nelle città e nei paesi, adoprandosi attivamente per guadagnare altri al Signore; la notte ritornano negli eremi o in qualche luogo solitario per attendere alla contemplazione. 

2207 10. Le donne invece dimorano insieme in alcuni ospizi non lontani dalle città, e non accettano alcuna donazione, ma vivono col lavoro delle proprie mani. Non piccolo è il loro rammarico e turbamento, vedendosi onorate più che non vorrebbero da chierici e laici. 

2208 11. Gli uomini di questa « religione » convengono una volta l'anno nel luogo stabilito per rallegrarsi nel Signore e mangiare insieme, ricavando da questi incontri notevoli benefici. Qui, avvalendosi del consiglio di persone esperte, formulano e promulgano delle leggi sante, che sottopongono al Papa per l'approvazione. Dopo di che, si separano per tutto l'anno disperdendosi per la Lombardia, la Toscana, le Puglie e la Sicilia. Recentemente anche frate Nicola, comprovinciale del signor Papa, uomo santo e devoto, aveva abbandonato la Curia e si era ritirato tra loro; ma poiché era molto necessario al Papa, fu da lui richiamato.
Credo proprio che il Signore, prima della fine del mondo, vuol salvare molte anime per mezzo di questi uomini semplici e poveri, per svergognare i prelati, divenuti ormai come cani muti, incapaci di latrare. 

2209 12. Finalmente lasciai la città di Perugia e mi misi in viaggio verso Genova, città nobile, al confine tra la Toscana e la Lombardia, posta sul mare... (prosegue con la descrizione del viaggio, della città, dell'attesa e di tutti i preparativi sulla nave appositamente allestita e minuziosamente sfruttata in tutte le sue possibilità, per concludere con l'augurio di fare un prospero viaggio). 



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