giovedì 21 maggio 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 90

DALLE FONTI FRANCESCANE 90

Regola Bollata

[90] I frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né alcuna altra cosa. E come pellegrini e forestieri in questo

mondo, servendo al Signore in povertà ed umiltà, vadano per l'elemosina con fiducia. Né devono vergognarsi, perché il
Signore si è fatto povero per noi in questo mondo. Questa è la sublimità dell'altissima povertà quella che ha costituito
voi, fratelli miei carissimi, eredi e re del regno dei cieli, vi ha fatto poveri di cose e ricchi di virtù. Questa sia la vostra
parte di eredità, quella che conduce fino alla terra dei viventi. E, aderendo totalmente a questa povertà, fratelli carissimi, non vogliate possedere niente altro in perpetuo sotto il cielo, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.







COMMENTO
Sappiamo che, per Francesco, la Povertà è diventata addirittura una donna da sposare. Perché Francesco ne fa
una sposa? Perché anche noi oggi dovremmo ritenerla una virtù? E’ Francesco stesso che ce lo spiega nella Regola bollata al Capitolo VI: Francesco dice che scegliere la Povertà significa imitare Dio che si è fatto povero e umile nell'incarnazione e significa essere eredi e re del regno dei cieli, cioè la Povertà è elemento fondante della vita cristiana in ogni suo aspetto .Ecco perché, dunque, non possiamo legare la Povertà solo alla nostra relazione con i beni materiali; dobbiamo vivere la Povertà in ogni ambito delle relazioni umane: relazione con Dio, con i fratelli e, anche, con i beni terreni.

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