ALLE FONTI FRANCESCANE 1189
Leggenda Maggiore di San Bonaventura
1189 2. Interrogato, a Siena, da un religioso, dottore in sacra teologia, su alcuni passi di difficile interpretazione, svelò gli arcani della divina sapienza con tale chiarezza di dottrina, che quell'esperto rimase fortemente stupito e, pieno d'ammirazione, esclamò: “ Veramente la teologia di questo padre santo si libra, come un'aquila in volo, sulle ali della purezza e della contemplazione; mentre la nostra scienza striscia col ventre per terra ”.
Per quanto egli fosse inesperto nell'arte del dire, pure, pieno di scienza, scioglieva il nodo dei dubbi e portava alla luce le cose nascoste. E non è illogico che il Santo abbia avuto in dono la comprensione delle Scritture, giacché descriveva la loro verità in tutte le sue opere, in quanto era imitatore perfetto di Cristo, e aveva in sé il loro autore, in quanto era ripieno di Spirito Santo.
COMMENTO
San Francesco rispettoso dell'interpretazione autentica della Sacra Scrittura, fatta dal Magistero ecclesiastico, con una esegesi illuminata dallo Spirito Santo, si è nutrito a sazietà della Parola di Dio. Per questo motivo, la sua teologia mistica ha suscitato non solo l'ammirazione del dotto domenicano, di cui parla il brano che abbiamo letto, ma l'ammirazione di tutti i suoi contemporanei e degli uomini di oggi.
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