lunedì 30 marzo 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 1746--47

DALLE FONTI FRANCESCANE 1746--47

Specchio di perfezione

DELL' UMILE RIVERENZA
CHE MOSTRAVA VERSO LE CHIESE,
SCOPANDOLE E RIPULENDOLE
1746 Mentre stava presso Santa Maria della Porziuncola e i frati erano ancora pochi Francesco andava per i villaggi e le chiese dei dintorni di Assisi, annunziando e predicando agli uomini che facessero
penitenza. Portava con sé una scopa per pulire le chiese sudicie. Ci soffriva molto quando vedeva una
chiesa non linda come avrebbe voluto.
E perciò, finita la predica, faceva riunire in disparte, per non essere udito dalla gente i preti che
erano presenti, e parlava loro della salvezza delle anime e soprattutto che fossero solleciti nel conservare pulite le chiese e tutta la suppellettile che si adopera per celebrare i divini misteri.

57.
DEL CONTADINO CHE LO TROVO' MENTRE SCOPAVA UNA CHIESA
E COME, CONVERTITOSI
ENTRO' NELL' ORDINE E FU UN SANTO FRATE
1747 Andato nella chiesa d'un villaggio del contado di Assisi, Francesco cominciò a scoparla e pulirla
umilmente. Se ne sparse tosto la voce per tutto il villaggio, poiché la gente lo vedeva volentieri e ancor più volentieri lo ascoltava. Venuto a sapere la cosa un contadino di mirabile semplicità, di nome Giovanni, che stava arando il suo campo, andò difilato da Francesco e lo trovò a scopare la chiesa con tutta umiltà e devozione. E gli disse: « Fratello dammi la scopa, voglio aiutarti ». Gliela prese dalle mani e finì le pulizie.
Poi sedettero insieme. Disse il contadino: « Fratello, è già gran tempo che ho volontà di servire Dio,
specialmente dopo aver udito parlare di te e dei tuoi frati; ma non sapevo come venire con te. Ora però, dal
momento che è piaciuto a Dio che ti vedessi, voglio fare tutto quello che piacerà a te ».
Il beato Francesco, considerando il fervore di quell'uomo, esultò nel Signore, specie perché a quel
tempo aveva pochi frati e gli sembrava che quello, per la sua semplice purità, sarebbe un buon religioso. Gli
rispose dunque: « Fratello, se vuoi far parte della nostra vita e della nostra fraternità, bisogna che tu ti
espropri di tutte le cose che possiedi onestamente, e le dia ai poveri, secondo la prescrizione del Vangelo.
La stessa cosa hanno fatto tutti i miei frati che l'hanno potuto ».
Sentito questo, Giovanni si recò subito nel campo dove aveva lasciato i buoi, li sciolse, e ne condusse
uno davanti a Francesco, e gli disse: « Fratello, per tanti anni ho lavorato per mio padre e i miei di casa, e
sebbene la mia parte di eredità sia ben piccola, voglio che tu riceva questo bue da me e lo doni ai poveri nel
modo che ti piacerà ».
Vedendo i genitori e i fratelli (questi erano ancora piccoli) che Giovanni voleva abbandonarli,
cominciarono tutti a piangere così forte e a innalzare voci così lamentose, che Francesco ne fu mosso a
pietà. Era una famiglia numerosa e miserabile. Francesco disse loro: « Preparate del cibo per tutti,
mangeremo insieme, e non piangete, poiché vi renderò felici ». Quelli subito apparecchiarono la mensa e tutti insieme mangiarono con grande allegria.
Finito che ebbero di mangiare, Francesco disse: « Questo vostro figlio vuole servire Dio, e di ciò non
dovete contristarvi, ma essere contenti. Infatti, state per avere un grande onore e un gran vantaggio per le
vostre anime, non solo davanti a Dio ma anche davanti alla gente, poiché Dio sarà onorato da uno del
vostro sangue e tutti i nostri frati saranno vostri figli e vostri fratelli. Io non posso e non devo ridarvi vostro
figlio, perché è creatura di Dio e lui intende servire il suo Creatore, un servire che è regnare. Ma, a vostro
conforto, io voglio che egli ceda a voi, che siete poveri, questo bue che gli appartiene; sebbene, secondo il Vangelo, dovesse darlo ad altri ». E quelli furono consolati dalle parole di Francesco, specialmente perché venne loro lasciato il bue, poiché erano molto poveri.
A Francesco piaceva immensamente la pura e santa semplicità in sé e negli altri; così rivestì del saio
Giovanni e lo conduceva in giro con sé come compagno. Era questi di tale semplicità, che si faceva un dovere di imitare tutto quello che faceva Francesco. Quando il Santo stava in qualche luogo in una chiesa in preghiera, Giovanni voleva osservarlo, per uniformarsi fedelmente a tutti i suoi atti e gesti. Se Francesco piegava le ginocchia o alzava le mani al cielo, o sputava o sospirava, anche lui faceva lo stesso. Quando Francesco se ne accorse cominciò gaiamente a rimproverarlo di tanta semplicità. Giovanni gli rispose: «Fratello, ho promesso di fare tutto quello che fai tu, e perciò bisogna che io mi uniformi a te in ogni cosa ».
Vedendo in lui tale purezza e semplicità, Francesco ne era ammirato e straordinariamente felice.
Giovanni faceva tali progressi nella virtù, che Francesco e tutti gli altri frati erano stupiti di quella perfezione.
E dopo breve tempo, Giovanni morì in questo santo slancio di virtù. E Francesco, quando in seguito narrava la vita di lui con grande gioia di mente e di cuore, non lo chiamava « frate Giovanni », ma « santo Giovanni».

COMMENTO
Conquistato dall'amore di Dio e dei fratelli san Francesco si propone di strappare più persone che può dalla schiavitù dei vizi e dei peccati, per ricondurle pentite tra le braccia di Dio. Purtroppo, nonostante la presenza dello Spirito Santo che la "vivifica", le infedeltà della Chiesa, del popolo di Dio, non sono state poche nè di poco conto.




Leggendo il seguente brano delle Fonti Francescane, si capisce che l'uomo evangelico realizza la conversione
delle folle in due modi: con le parole, ma soprattutto con i buoni esempi. Con la testimonianza del servizio umilissimo di scopare una chiesa converte e conquista all'Ordine uno dei frati più simpatici: Giovanni il semplice.

Nessun commento:

Posta un commento