giovedì 30 aprile 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI La Verna 2

SAN FRANCESCO INVENTORE DEL PRESEPE
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Il Corridoio delle Stimmate della Verna fu realizzato tra gli anni 1578 e 1582..
Entrando vediamo un presepe, vero o una rappresentazione di questo in arte, difficilmente lo colleghiamo alla figura di San Francesco. In realtà il collegamento tra il presepe e San Francesco è grande, inscindibile. Fu infatti il Santo di Assisi ad "inventarlo", a realizzarne il primo. Ecco il motivo per cui Baccio Maria Bacci dipinge questo presepe tra le scene inerenti la vita del santo. Nel dicembre del 1223 San Francesco si trova a Greccio, un eremo francescano tra Terni e Rieti. Vedendo una grotta gli viene l'idea di rappresentarci la Natività di Gesù. Nasce così il primo presepe della storia.
Ma perché a Francesco d'Assisi viene quest'idea e realizza questa rappresentazione?
Non esiste una spiegazione data dal Santo e una documentazione a tal proposito.
Ritengo che si possa accettare l'ipotesi formulata dal professor Franco Cardini durante una sua conferenza alla Verna nell'ottobre 2009, in occasione della consegna del Premio Europa al convento francescano.
Grande desiderio rimasto irrealizzato di San Francesco era quello di poter visitare i "luoghi di Gesù" in Terra Santa. Il Santo d'Assisi si recò in questa terra a seguito alla quinta crociata, ma sia per le circostanze belliche, sia perché non aveva il permesso papale per andare a visitare i luoghi santi, Francesco ritornò in Italia nel 1220 senza aver potuto visitare e pregare in questi luoghi. Ecco quindi che può essere scattato in San Francesco il desiderio di "portare" Betlemme con la sua Natività in casa propria, per potersela godere, non solo lui, ma tutti quei cristiani che non potevano recarsi in Terra Santa.





VITA PRIMA DI TOMMASO DA CELANO
IL PRESEPIO Dl GRECCIO

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84. La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l'impegno, con tutto lo slancio dell'anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo.

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Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l'umiltà dell'Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.

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A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore.

C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

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