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FIRMA E DATAZIONE PITTURE DI BACCI A LA VERNA
In basso a destra del precedente dipinto che raffigura l'incontro di San Francesco con il lebbroso, Baccio Maria Bacci, autore dei dipinti raffiguranti la vita di San Francesco, pone la sua firma e la datazione che questo grande lavoro lo ha tenuto impegnato: dal 1929 al 1940.
Baccio M. Bacci è l'esempio di una vita alquanto movimentata e sufficientemente irrequieta.
Nacque a Firenze nel 1888, nonostante la sua fosse una famiglia di artisti, viene osteggiato ad intraprendere questa professione che invece lui voleva fortemente fare e farà, questo implica contrasti familiari fin dall'adolescenza che lo portano in Germania già a diciassette anni.
Ritornato a Firenze s'iscrive all'accademia, ma non termina gli studi. Poi lo ritroviamo a Parigi dove comincia a dare un'identità stilistica alla sua pittura che lo avvicina al futurismo e all'astrattismo.
Baccio M. Bacci partecipa alla grande guerra del 1915/18. Terminata questa riprende la sua attività artistica esponendo in Italia e all'estero.
Nel 1927 realizza alcuni affreschi per il convento francescano di Fiesole, ma è nel 1929, con l'incarico di ridipingere il Corridoio delle Stimmate della Verna, che inizia la sua "nuova attività". Dipingere per conventi, chiese o altri edifici religiosi sarà la tipologia di lavoro che di più lo terrà occupato e sicuramente lo renderà più noto. Suo è un grande mosaico nel Duomo di Salerno, realizza gli affreschi, anche questi riguardanti la vita di San Francesco, nella Collegiata di Montevarchi (AR), realizza mosaici e vetrate per la Chiesa di San Giuseppe di Colasazio a Milano e per la cappella papale del Cimitero monumentale di Verano a Roma. In questa città l'artista fiorentino ha abitato per diversi anni. Durante queste attività Baccio Maria Bacci non trascura comunque sue esposizioni in importanti città. Nel 1961 l'artista è di nuovo alla Verna per realizzare due ritratti su tela dedicati a due importanti figure del Santuario Francescano toscano: fra' Achille e Padre Vigilio, morti negli anni '50. Queste pitture, oggi esposte nel museo del convento, potrete vederle in coda a questa galleria fotografica.
Baccio Maria Bacci muore a Fiesole (FI) nel 1974.
Il Corridoio delle Stimmate della Verna fu realizzato tra gli anni 1578 e 1582. Una struttura architettonica che serviva a collegare la nuova grande basilica del Santuario con la ben più vecchia Cappella delle Stimmate fatta edificare attorno al 1260 dai Conti Guidi di Poppi in omaggio a San Francesco.
Il corridoio aveva una funzione pratica ben precisa: proteggere dagli agenti atmosferici, alla Verna spesso particolarmente impervi, la processione dei frati che all'epoca si teneva due volte al giorno, la notte e il pomeriggio (oggi si tiene solo il pomeriggio, alle 15,15 verso la cappella, alle 15,30 verso la basilica). Una leggenda ci racconta che la decisione di costruire il corridoio sia stata presa dopo che una forte bufera notturna aveva fatto desistere i frati dal praticare quella notte tale funzione religiosa. Al mattino, con grande stupore, i frati trovarono sulla neve una moltitudine d'impronte sul percorso della processione. Gli animali della foresta si erano sostituiti ai frati nella pratica della processione. Tale fatto miracoloso fece prendere la decisione di costruire una struttura che permettesse in qualunque situazione climatica lo svolgimento della processione.
Il corridoio, che fu detto "delle Stimmate", si trovava sotto una tettoia sorretta da una parte da un muro e dall'altra da colonne, quest'ultima aperta verso l'esterno. Oggi anche questa parte è chiusa da una vetrata, lavoro realizzato solo nel 1926.
Fin dalla sua costruzione, il muro che fiancheggiava il Corridoio delle Stimmate fu decorato da pittori anonimi che vi illustrarono la vita di San Francesco, pitture sicuramente di carattere popolare, di non particolare valore artistico. Solo novanta anni dopo la realizzazione (1670/71) le decorazioni del corridoio furono affidate alle mani di un artista di valore: Emanuele da Como, frate minore francescano. Questi dipinge sulla parete 21 grandi riquadri (di circa tre metri l'uno di larghezza), in ognuno di questi raffigura vari episodi della vita del Santo, storici e leggendari, per un totale di 73 scene.
Come già detto, il lato del corridoio opposto alla parete decorata era aperto e con gli anni gli agenti atmosferici non risparmiarono i dipinti che negli anni furono sottoposti a qualche intervento di restauro, ma tutti abbastanza approssimativi.
Nel 1840 fu affidato al pittore Luigi Ademolli, aiutato dal figlio Giovanni, il compito di restaurare in modo più sostanziale gli affreschi. Fu un intervento piuttosto pesante che andò a trasformare fortemente le pitture di Emanuele da Como. Anche questi dipinti nell'arco di pochi decenni si deteriorarono rapidamente perché sempre esposti ad umidità, ghiaccio, sbalzi di temperatura.
Negli anni Trenta del Novecento, dopo che la parete opposta alle decorazioni era stata chiusa da vetrata, fu deciso di ridipingerlo, non un restauro, ma nuove pitture.
Fu affidato l'incarico al pittore Baccio Maria Bacci che utilizzò i soliti grandi riquadri, che non suddivise però in varie scene, bensì un episodio per ogni riquadro.
Baccio Maria Bacci non ridipinse gli ultimi tre riquadri che trovandosi in posizione più riparata erano stati risparmiati dagli agenti atmosferici. L'ultimo, la "Morte di San Francesco", lo si può ancora attribuire ad Emanuele da Como, in quanto soggetto nel tempo solo a leggeri restauri, il penultimo ed il terzultimo si possono senza dubbio attribuire a Luigi Ademolli perché dello stile pittorico dell'artista comasco non è rimasto praticamente niente.
Baccio Maria Bacci realizzò anche il 22esimo quadro utilizzando la parte di parete sovrastante la porta di accesso al corridoio delle Stigmate della Verna. Qui dipinse un Presepe, invenzione di San Francesco. Proprio da questa decorazione inizia la carrellata d'immagini che ci racconta la vita del Santo d'Assisi.
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