DALLE FONTI FRANCESCANE 1782
Specchio di perfezione
cap.85.
COME DESCRISSE LORO IL FRATE PERFETTO
1782 Francesco, immedesimato in certo modo nei suoi fratelli per l'ardente amore e il fervido zelo che
aveva per la loro perfezione, spesso pensava tra sé quelle qualità e virtù di cui doveva essere ornato un
autentico frate minore.
E diceva che sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sé la vita e le attitudini dei seguenti
santi frati: la fede di Bernardo, che la ebbe perfetta insieme con l'amore della povertà; la semplicità e la
purità di Leone, che rifulse veramente di santissima purità, la cortesia di Angelo, che fu il primo cavaliere
entrato nell'Ordine e fu adorno di ogni gentilezza e bontà, l'aspetto attraente e il buon senso di Masseo, con
il suo parlare bello e devoto; la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio fino alla più alta
perfezione; la virtuosa incessante orazione di Rufino, che pregava anche dormendo e in qualunque
occupazione aveva incessantemente lo spirito unito al Signore; la pazienza di Ginepro, che giunse a uno
stato di pazienza perfetto con la rinunzia alla propria volontà e con l'ardente desiderio d'imitare Cristo
seguendo la via della croce; la robustezza fisica e spirituale di Giovanni delle Lodi, che a quel tempo
sorpassò per vigoria tutti gli uomini; la carità di Ruggero, la cui vita e comportamento erano ardenti di
amore, la santa inquietudine di Lucido, che, sempre all'erta, quasi non voleva dimorare in un luogo più di
un mese, ma quando vi si stava affezionando, subito se ne allontanava, dicendo: Non abbiamo dimora
stabile quaggiù, ma in cielo.
COMMENTO
Piuttosto che stendere un elenco di virtù, Francesco presenta degli uomini reali, i suoi primi compagni, sottolineando di ciascuno la virtù caratteristica. Il frate minore ideale dovrebbe essere la somma vivente di questi aspetti della medesima vocazione.
Specchio di perfezione
cap.85.
COME DESCRISSE LORO IL FRATE PERFETTO
1782 Francesco, immedesimato in certo modo nei suoi fratelli per l'ardente amore e il fervido zelo che
aveva per la loro perfezione, spesso pensava tra sé quelle qualità e virtù di cui doveva essere ornato un
autentico frate minore.
E diceva che sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sé la vita e le attitudini dei seguenti
santi frati: la fede di Bernardo, che la ebbe perfetta insieme con l'amore della povertà; la semplicità e la
purità di Leone, che rifulse veramente di santissima purità, la cortesia di Angelo, che fu il primo cavaliere
entrato nell'Ordine e fu adorno di ogni gentilezza e bontà, l'aspetto attraente e il buon senso di Masseo, con
il suo parlare bello e devoto; la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio fino alla più alta
perfezione; la virtuosa incessante orazione di Rufino, che pregava anche dormendo e in qualunque
occupazione aveva incessantemente lo spirito unito al Signore; la pazienza di Ginepro, che giunse a uno
stato di pazienza perfetto con la rinunzia alla propria volontà e con l'ardente desiderio d'imitare Cristo
seguendo la via della croce; la robustezza fisica e spirituale di Giovanni delle Lodi, che a quel tempo
sorpassò per vigoria tutti gli uomini; la carità di Ruggero, la cui vita e comportamento erano ardenti di
amore, la santa inquietudine di Lucido, che, sempre all'erta, quasi non voleva dimorare in un luogo più di
un mese, ma quando vi si stava affezionando, subito se ne allontanava, dicendo: Non abbiamo dimora
stabile quaggiù, ma in cielo.
COMMENTO
Piuttosto che stendere un elenco di virtù, Francesco presenta degli uomini reali, i suoi primi compagni, sottolineando di ciascuno la virtù caratteristica. Il frate minore ideale dovrebbe essere la somma vivente di questi aspetti della medesima vocazione.
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