martedì 14 aprile 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 48

DALLE FONTI FRANCESCANE 48

Regole ed esortazioni

[48] E siamo fermamente convinti che non appartengono a noi se non i vizi e i peccati. E dobbiamo anzi godere
quando siamo esposti a diverse prove, e quando sosteniamo qualsiasi angustia o afflizione di anima o di corpo in questo mondo in vista della vita eterna. Quindi tutti noi frati guardiamoci da ogni superbia e vana gloria; e difendiamoci dalla sapienza di questo mondo e dalla prudenza della carne . Lo spirito della carne, infatti, vuole e si preoccupa molto di possedere parole, ma poco di attuarle, e cerca non la religiosità e la santità interiore dello spirito, ma vuole e desidera avere una religiosità e una santità che appaia al di fuori agli uomini.

È di questi che il Signore dice: "In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa". Lo spirito del Signore invece vuole che la carne sia mortificata e disprezzata, vile e abbietta, e ricerca l'umiltà e la pazienza e la pura e semplice e vera pace dello spirito; e sempre desidera soprattutto il divino timore e la divina sapienza e il divino amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo


 



COMMENTO

Il comportamento che la Chiesa propone ai battezzati è difficile da realizzare. Ci può aiutare l'esempio di Francesco che ha spinto al massimo la radicalizzazione della propria condizione di battezzato. Considerando che la carne, ossia l'uomo allo stato naturale, è incline al male, il mite Santo l'ha contrastata con decisione, l'ha corretta con rigorosa mortificazione fino a renderla docile allo Spirito. Allora solamente, nella pazienza e nella semplicità, ha fatto pace con essa: l'uomo e il cristiano erano ormai, in lui, una cosa sola.

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