DALLE FONTI FRANCESCANE 718
Vita Seconda di Tommaso da Celano
CAPITOLO XCVII
PAROLE DEL SANTO
CONTRO QUELLI CHE LODANO SE STESSI
718
134. Ripeteva spesso ai frati: " Nessuno deve lusingarsi con ingiusto vanto per quelle azioni, che anche il peccatore potrebbe compiere. Il peccatore--spiegava--può digiunare, pregare, piangere, macerare il proprio corpo. Ma una sola cosa non gli è possibile: rimanere fedele al suo Signore. Proprio di questo dobbiamo gloriarci, se diamo a Dio la gloria che gli spetta, se da servitori fedeli attribuiamo a lui tutto il bene che ci dona.
"Il peggiore nemico dell'uomo è la sua carne: è del tutto incapace di ripensare al passato per pentirsene, niente sa prevedere per tutelarsi. Unica sua preoccupazione è approfittare senza scrupoli del tempo presente. E ciò che è peggio--aggiungeva--essa si usurpa e attribuisce a propria gloria quanto non è stato dato a lei, ma all'anima. La carne raccoglie lode dalle virtù e plauso, da parte della gente, dalle veglie e dalle preghiere. Niente lascia all'anima e anche dalle lacrime cerca profitto ".
COMMENTO
Al cristiano risorto con Cristo non basta non morire, ossia evitare di essere peccatore; è necessario impegnare tutto sè stesso nella "giustizia per Iddio". La sua vocazione di battezzato è una vocazione alla santità, cioè alla vita di grazia e alla vita di amore. "Tutti nella Chiesa sono chiamati alla santità", la quale "si deve manifestare nei frutti della grazia che lo Spirito Santo produce nei fedeli" (L.G.,n.39).
Non fare delle proprie membra "strumenti di ingiustizia", ma fare delle stesse membra strumenti di giustizia, essere in una parola "santi" e non peccatori, per s.Francesco vuol dire rimanere fedeli al Signore, dare a Lui la gloria che gli appartiene. Se intendiamo far questo e vivere così la nostra realtà di battezzati, dobbiamo combattere le tendenze della carne che tentano di farci ricadere nel peccato ed aderire incondizionatamente a Cristo. Quello che il Santo ripeteva spesso ai frati, oggi lo ripete a noi suoi seguaci.
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