martedì 5 maggio 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI La Verna 9


                                                                                                                                                                     Pag 9 di 32  

                                                                                                                                                             



SAN FRANCESCO DETTA LA REGOLA
La Regola che San Francesco mette a punto definitivamente nel 1210 ha una "gestazione" molto lunga, è il frutto di tutta una serie di riflessioni sulla condotta della vita cristiana delle persone, ma in primis della Chiesa di Roma come istituzione. Riflessioni che iniziano con il Crocifisso in San Damiano che gli parla, o forse ancor prima con la sua prigionia di quasi un anno a Perugia. Questa prima regola è "figlia" di un Francesco che si sente e vuol essere riformatore, un San Francesco ottimista sulle sue possibilità riformatrici, di un Francesco 25/30enne, giovane, forte fisicamente e mentalmente, che trova ancora più forza da compagni a lui vicini, pronti a incoraggiare e rafforzare i suoi propositi.
Ben diverso è il Francesco che scrive la regola del 1223 e che verrà approvata da Papa Onorio III. Un Francesco ammalato, debole fisicamente, che si sta avviando alla cecità, deluso dai non raggiunti risultati dei suoi propositi, dalla sua esperienza a seguito della quinta crociata, dai suoi compagni ormai non troppo coesi, non troppo rispettosi delle regole da lui stabilite e spesso occupati più da ambizioni di comando che da amore incondizionato per il prossimo.

TESTAMENTO del 1226
FF 127-->131

[127] 34 E non dicano i frati: «Questa è un'altra Regola»« Questa è un'altra Re­gola», perché questa è un ricordo, un'ammonizione, un'esortazione e il mio testamento, che io, frate France­sco piccolino, faccio a voi, miei fratelli benedetti perché osserviamo più cattolicamente la Regola che abbiamo promesso al Signore.

[128] 35 E il ministro generale e tutti gli altri mini­ stri e custodi siano tenuti, per obbedienza, a non aggiun­gere e a non togliere niente da queste parole.

[129] 36 E sempre tengano con sé questo scritto as­sieme alla Regola. 37 E in tutti i capitoli che fanno, quando leggono la Regola, leggano anche queste parole.

[130] 38 E a tutti i miei frati, chierici e laici, coman­do fermamente, per obbedienza, che non inseriscano spiegazioni nella Regola e in queste parole dicendo: «Così si devono intendere»« Così si devono intendere»; 39 ma, come il Signore mi ha dato di dire e di scrivere con semplicità e purezza la Regola e queste parole, così cercate di comprenderle con semplicità e senza commento e di osservarle con sante opere sino alla fine.

[131] 40 E chiunque osserverà queste cose, sia ricol­mo in cielo della benedizione dell'altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto col santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi. 41 Ed io frate Francesco piccolino, vostro servo, per quel poco che io posso, con­fermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizio­ne. [Amen].

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