venerdì 8 maggio 2015

SAN FRANCESCO E LE FONTI 458---461

DALLE FONTI FRANCESCANE 458--461
Vita prima di Tommaso da Celano
CAPITOLO XXIX
IL SUO GRANDE AMORE PER LE CREATURE
A MOTIVO DEL CREATORE.
SUO RITRATTO FISICO E MORALE
458
80. Sarebbe troppo lungo, o addirittura impossibile narrare tutto quello che il glorioso padre Francesco compì e insegnò mentre era in vita. Come descrivere il suo ineffabile amore per le creature di Dio e con quanta dolcezza contemplava in esse la sapienza, la potenza e la bontà del Creatore? Proprio per questo motivo, quando mirava il sole, la luna, le stelle del firmamento, il suo animo si inondava di gaudio. O pietà semplice e semplicità pia! Perfino per i vermi sentiva grandissimo affetto perchè la Scrittura ha detto del Signore: lo sono verme e non uomo (Sal 21,6); perciò si preoccupava di toglierli dalla strada, perché non fossero schiacciati dai passanti. E che dire delle altre creature inferiori, quando sappiamo che, durante l'inverno, si preoccupava addirittura di far preparare per le api miele e vino perché non morissero di freddo? Magnificava con splendida lode la laboriosità e la finezza d'istinto che Dio aveva loro elargito, gli accadeva di trascorrere un giorno intero a lodarle, quelle e tutte le altre creature.
459
Come un tempo i tre fanciulli gettati nella fornace ardente invitavano tutti gli elementi a glorificare e benedire il Creatore dell'universo, così quest'uomo, ripieno dello spirito di Dio, non si stancava mai di glorificare, lodare e benedire, in tutti gli elementi e in tutte le creature, il Creatore e governatore di tutte le cose.
460
81. E quale estasi gli procurava la bellezza dei fiori quando ammirava le loro forme o ne aspirava la delicata fragranza! Subito ricordava la bellezza di quell'altro Fiore il quale, spuntando luminoso nel cuore dell'inverno dalla radice di Iesse, col suo profumo ritornò alla vita migliaia e migliaia di morti. Se vedeva distese di fiori, si fermava a predicare loro e li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione, allo stesso modo le messi e le vigne, le pietre e le selve e le belle campagne, le acque correnti e i giardini verdeggianti, la terra e il fuoco, l'aria e il vento con semplicità e purità di cuore invitava ad amare e a lodare il Signore.
461
E finalmente chiamava tutte le creature col nome di fratello e sorella, intuendone i segreti in modo mirabile e noto a nessun altro, perché aveva conquistato la libertà della gloria riservata ai figli di Dio. Ed ora in cielo ti loda con gli angeli, o Signore, colui che sulla terra ti predicava degno di infinito amore a tutte le creature .


COMMENTO
Pochi esseri umani sono riusciti a leggere il libro della natura come s.Francesco e questo perchè pochi, come lui, sono riusciti  --attraverso la radicale "espropriazione del proprio io" o povertà interiore-- 




ad acquistare la piena libertà "dei figli di Dio". Per questo motivo, ha potuto vedere le creature non in ordine a sè, ma in ordine a Dio; non come oggetto di possesso, ma di dono. Coerentemente, non si è sentito padrone, ma fratello e servitore di tutti gli esseri; ha avuto del cosmo non una visione antropocentrica, ma teocentrica.

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