DALLE FONTI FRANCESCANE 62
Regola non bollata
62] Manteniamoci dunque fedeli alle parole, alla vita, alla dottrina e al santo Vangelo di colui che si è degnato pregare per noi il Padre suo e manifestarci il nome di lui, dicendo: "Padre, glorifìca il tuo nome" e: "Glorifica il Figlio tuo perché il Figlio tuo glorifichi te". "Padre, ho manifestato il tuo nome agli uomini, che mi hai dato, perché le parole che tu hai dato a me, io le diedi loro; ed essi le hanno accolte e hanno riconosciuto che io sono uscito da te ed hanno creduto che tu mi hai mandato".
COMMENTO
Con intuizione carismatica, san Francesco ha compreso che l'orazione sacerdotale, riportata nel cap. 17 del Vangelo di san Giovanni, è l'espressione visibile e temporale della preghiera che il Sacerdote eterno, il Mediatore della nuova Alleanza, rivolge nel cielo al Padre in nostro favore. La Chiesa nell'innalzare al Padre le sue preghiere, lo fa sempre nel nome di Gesù. Non c'è orazione liturgica che non termini con la formula: "Per il nostro Signore Gesù Cristo". L'Amen, col quale il Popolo di Dio suggella questa frase, è un solenne atto di fede indiscussa nel potere implorante del Sacerdote eterno, "sempre vivo e pronto a intercedere per noi".
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