martedì 25 aprile 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 2689

 F.F. 2689
- Frate Giovanni -
Frate Giovanni, uomo di grande santità, che era stato compagno speciale e confessore di frate Egidio fino alla morte di lui, raccontava questo episodio che gli aveva narrato lo stesso frate Egidio, quarto frate dell'Ordine. 
Diceva dunque Egidio:
Quando eravamo appena sette frati e non di più, un giorno il beato padre Francesco ci raccolse attorno a sé presso Santa Maria della Porziuncola, nel bosco che allora si estendeva attorno al convento, quasi a celebrare il primo sinodo o capitolo dell'Ordine, e così ci parlò: «So fratelli carissimi, che il Signore ci ha chiamati non soltanto per la salvezza nostra. Voglio perciò che ci disperdiamo tra la gente e portiamo soccorso al mondo in pericolo mediante la parola di Dio e esempi di virtù ».
Noi rispondemmo umilmente:
«Noi siamo illetterati frati laici; che cosa possiamo fare per la salvezza del mondo?»
Rispose:
«Andate sicuri dell'aiuto di Dio», e si sforzò di spiegarci, come sapeva, e di imprimere nei nostri cuori queste due esortazioni del Signore: «Getta nel Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno», questo diceva per rimuovere da noi ogni diffidenza, poiché ci mandava in regioni sconosciute e privi di tutto, e quell'altra del Vangelo: 
« Non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, ecc. Non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi »; e questo diceva rispondendo a quello che noi avevamo detto: «Siamo illetterati», volendo così confortarci e irrobustire i nostri cuori perché fossimo sicuri che il Signore è l'Onnipotente e suole supplire ai nostri difetti, quando agiamo con spirito di pietà e speriamo in lui.




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