martedì 11 luglio 2017

SAN FRANCESCO E LE FONTI 816


San Francesco e il Vangelo
9 marzo 2015
DALLE FONTI FRANCESCANE 816
Vita Seconda di Tommaso da Celano
816
220a. Nel nome del Signore Gesù. Amen. Nell'anno della sua Incarnazione 1226, il 3 ottobre, nel giorno che aveva predetto, compiuti vent'anni da quando aveva aderito in modo perfettissimo a Cristo seguendo la vita e le orme degli Apostoli, l'uomo apostolico Francesco, sciolto dai ceppi di questa vita mortale, passò felicemente a Cristo. E sepolto presso la città di Assisi, cominciò a risplendere ovunque per tanti e così vari miracoli, che indusse in breve tempo gran parte del mondo ad ammirare il secolo rinnovato.
Poiché già in diverse parti, si era reso famoso per lo splendore di nuovi miracoli, affluivano da ogni luogo persone gioiose di essere state liberate col suo aiuto dai loro affanni, il signor papa Gregorio, trovandosi a Perugia con tutti i cardinali ed altri prelati, cominciò a trattare la sua canonizzazione. Tutti furono concordi e si dissero favorevoli. Lessero e approvarono i miracoli, che il Signore aveva operato per mezzo del suo servo, ed esaltarono con le più alte lodi la santità della sua vita.
Anzitutto vennero convocati a tanta solennità i principi della terra. Poi, nel giorno fissato, tutto lo stuolo dei prelati e una infinita moltitudine di popolo accompagnarono il Papa in Assisi, per celebrarvi, a maggiore onore del Santo, la sua canonizzazione. Quando tutti si trovarono nel luogo preparato per una circostanza così solenne, da principio papa Gregorio parlò al popolo ed annunziò con affetto dolcissimo le meraviglie del Signore. Poi, con un nobilissimo discorso, tessé le lodi del padre san Francesco, versando lacrime di commozione mentre esponeva la purezza della sua vita.
Finito il discorso, papa Gregorio alzò le mani al cielo e con voce sonora proclamò,...
COMMENTO
Quando il giovanotto di Assisi abbandonò le vanità del mondo e abbracciò la stoltezza della croce di Cristo, gli amici lo considerarono un pazzo e reputarono se stessi savi. Dopo venti anni, il Santo che aveva riposto la speranza in Dio, moriva ammirato e venerato dal mondo intero; i suoi dileggiatori che avevano riposto la speranza nelle vanità, si ritrovarono delusi e a mani vuote. Beati coloro che, convinti dalla canonizzazione del loro glorioso compagno di giovinezza, si saranno convertiti alla speranza vera che non delude.

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