giovedì 26 maggio 2016

SAN FRANCESCO E LE FONTI 937





F.F.937  dal Trattato dei Miracoli
In un convento di Napoli, a un frate di nome Roberto, che era cieco da moltissimi anni, discese sugli occhi una pellicola di carne che gli impediva ogni movimento ed uso delle palpebre. Erano una volta là convenuti moltissimi frati forestieri, in partenza per diverse parti del mondo e il beato padre Francesco, esempio e specchio di santa obbedienza, per rincuorarli al viaggio con la forza di un nuovo miracolo, risanò il predetto frate alla loro presenza nel modo seguente. 
Una notte frate Roberto giaceva ormai ridotto in fin di vita, e già gli era stata raccomandata l'anima, quando alI'improvviso gli si presentò il beato Francesco con tre frati, insigni per la loro santità, ossia sant'Antonio , frate Agostino e frate Giacomo d'Assisi. 
Essi che l'avevano imitato in vita in ogni perfezione, ora lo seguivano con altrettanto ardore dopo morte. 
Il Santo, preso in mano un coltello, tagliò via dall'occhio la carne superflua, restituì la vista all'ammalato, e lo allontanò dalle fauci della morte, dicendogli:
 Figlio mio Roberto, la grazia che ti ho fatto, è un segno per i frati che stanno per andare verso lontani paesi, che io li precederò dirigendo i loro passi. 
Vadano dunque, (continuò), e compiano con alacre animo l'obbedienza loro ingiunta. Godano i figli dell'obbedienza, soprattutto quelli che, lasciando il proprio suolo, dimenticano la patria terrena perché hanno una guida capace e un sollecito precursore.

Anche in :
Anche in "Leggenda Maggiore di san Bonaventura"  alcuni miracoli da lui operati dopo la morte. FF1299

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